Fermate metrò, i cantieri sono deserti

Stop ai lavori da Natale per il fallimento dell’impresa. Progetto Sfmr in terraferma al palo, la Regione cerca alternative
Di Mitia Chiarin
Cantiere FFMR della Gazzera, via Gazzera Alta
Cantiere FFMR della Gazzera, via Gazzera Alta

Cantieri Sfmr a Mestre chiusi da prima delle vacanze di Natale. Le due grandi aree di cantiere sono state messe in sicurezza. A vigilarle fino a fine anno ci hanno pensato alcuni operai. Ma con l’inizio del 2015 l’attività non è ripresa.

Motivo? L’impresa al lavoro per la realizzazione delle due fermate del metrò regionale in città è fallita.

Una notizia che delude quanti confidavano nel veder finire i cantieri davvero entro la primavera di quest’anno, dopo aver assistito per anni alle date indicate dalla Regione e mai rispettate. Complice la crisi, si dovrà attendere ancora molto.

Prima di Natale la Regione era stata informata delle difficoltà dell’impresa, la cooperativa costruzioni di Modena. Dopo Natale i lavori non sono più ripresi, causa l’avvio delle procedure di fallimento dell’impresa che fa parte del consorzio veneto Coveco, della Lega delle cooperative, che si era aggiudicato l’appalto da 20 milioni di euro, che era stato consegnato dalla Regione Veneto il 3 settembre 2009. Cantieri attesi in città da vent’anni. Dopo un accordo bonario con la Coveco che aveva avanzato riserve adducendo «la presenza di cause ostative che avrebbero determinato un anomalo andamento dei lavori», si legge in una delibera regionale dell’ex assessore Chisso, era stata autorizzata anche una spesa aggiuntiva di altri 2 milioni e 756 mila euro. Ma pure questo non è bastato a portare in porto i cantieri che da Natale si sono definitivamente stoppati. I due cantieri ora sono vuoti e non si vedono operai al lavoro. Una situazione confermata anche da Stefano Angelini, dirigente della Mobilità della Regione che da anni segue la difficile partita dei cantieri Sfmr. «Da parte della Coveco c’è la volontà di andare avanti, stiamo discutendo con loro su come si potranno riprendere i lavori al più presto», spiega il dirigente. I due cantieri erano stati ultimati, spiegano dalla Regione, per il 65 per cento e dopo gli interventi più complicati, ci si doveva concentrare sulle opere fuori terra che avrebbero potuto essere concluse in sei, massimo 8 mesi. Indietro restava la viabilità di accesso alle due fermate, dopo che il progetto del parco del Marzenego, intervento edilizio di privati, si è arenato tanto che l’ex assessore comunale Ferrazzi lo scorso anno ha deciso la revoca dell’accordo di programma per quelle aree.

Ora, causa il fallimento dell’impresa a cui la Coveco aveva affidato i lavori, il futuro di questi cantieri può prendere due direzioni: o la Coveco decide di mettere in campo altre imprese per portare a conclusione i cantieri delle due fermate, che assieme a quella già attiva da anni dell’ospedale dell’Angelo, e a quella richiesta da più parti per Marocco di Mogliano, dovevano garantire l’arrivo del metrò regionale con treni ad orario cadenzato anche nella terraferma mestrina oppure il rischio è quello di aprire un lungo contenzioso tra Regione Veneto e impresa, che potrebbe portare alla rescissione del contratto e di conseguenza alla necessità di indire una nuova gara.

Il risultato, nel secondo caso, sarebbe purtroppo quello di dover attendere altri anni il concretizzarsi a Mestre di un sistema di mobilità ferroviaria metropolitana e moderna che è atteso da decenni e che finora ha marciato decisamente lento. La sfortuna, dopo i ritardi, insomma si è abbattuta su un progetto molto atteso da Mestre. In via Circonvallazione, per esempio, tanti dopo la chiusura dell’ex ospedale sperano in un rilancio economico grazie alla mobilità collettiva.

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