«Fermate lo spettacolo su Donè»
Diffida allo spettacolo di Gino Donè “Revolucion”, in programma stasera al teatro Astra. Ieri il regista e cantante Giovanni Giusto ha ricevuto la notifica dal legale, l’avvocato Luca Pavanetto, a nome della nipote, Silvana Carnio Donè, custode delle ceneri dello zio oltre che della sua figura.
Il partigiano e rivoluzionario Donè, eroe della Resistenza e poi con i barbudos di Castro e Che Guevara alla conquista della libertà a Cuba dopo il regime di Fuulgencio Batista, fa sempre discutere, anche dopo anni dalla morte. «Scopo della diffida», dice spiega l’avvocato Pavanetto, «è di richiedere se i testi o comunque il canovaccio dello spettacolo “Revolucion, l’avventurosa vita di Gino Donè” sia stato sottoposto alla mia cliente o sia stato comunque oggetto, di una qualsiasi preventiva autorizzazione o anche semplice informativa, rilasciata o diretta alla stessa signora Silvana Carnio Donè. Come è noto il compianto Gino Donè, vera figura storica e uomo di nobili ideali, si connota per un nome, un’ immagine e soprattutto una storia che evoca sentimenti di grande stima nella collettività e che proprio per questo motivo meritano di essere tutelati con particolare attenzione e rigore. Ed è proprio su questo punto che la mia assistita riveste un ruolo fondamentale. Posto che il compianto Donè, con atto del 27 settembre 2007, le ha attribuito, in modo esclusivo, il diritto di “utilizzare pubblicazioni ed immagini riferite alla sua vita e alla sua storia”. Ed è incarico preciso della nipote quello di mantenere vivo e perenne il ricordo degli uomini, i quali insieme a lui hanno combattuto per ideali di giustizia, libertà e che divulghi i suoi ideali, soprattutto tra le giovani generazioni».
«Di qui, l’onere o l’onore della signora Carnio Donè di scegliere attraverso quali modalità e in che termini debba essere diffusa lìimmagine e la storia dello zio. Storia e vita che non potrà mai essere distorta o piegata a fini politici o commerciali, che sono quanto di più lontano dalla personalità di Gino Donè. La mia assistita invita e diffida l'associazione a mettere in scena lo spettacolo programmato se non risponderà a quanto chiesto da Gino. E chiede, inoltre, per il futuro di essere preventivamente interpellata prima della rappresentazione e o pubblicazione di qualunque opera, oppure non si esiterà ad agire nelle competenti sedi giudiziali».
Gino è stato riscoperto anche dall’associazione Alice di Rovarè, sua cittadina natale, con una serie di spettacoli. Katia Sassoni ha scritto un libro per la Massari Editori sulla sua vita. Ora la nipote ha lanciato il suo primo vero avvertimento su chi userà l’immagine del compianto zio. Ma Giovanni Giusto è sereno e non ha alcuna intenzione di agire diversamente da come ha fatto finora: «Siamo artisti, affrontiamo ogni tema o personaggio, da Hitler a Stalin, da Garibaldi a Mussolini. Sono figure storiche e non dobbiamo chiedere alcun permesso, tanto più se, come abbiamo sempre fatto, recitiamo o mettiamo in scena la verità. Non credo pertanto che la diffida abbia senso e non sta in cielo né in terra».
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