Fermata dell’ospedale all'Angelo vietata ai disabili
MESTRE. L’ascensore e l’elevatore ci sono, il sottopasso “dolce” pure. Tuttavia manca ancora qualcosa alla stazione ferroviaria dell’ospedale dell’Angelo per uscire dal paradosso in cui è immersa da quando è stata aperta, nel 2008: la fermata non è abilitata per le persone disabili e con scarsa mobilità pur avendo tutte le caratteristiche per esserlo. «Il problema», denuncia Gino Baoduzzi, responsabile dello sportello handicap della Cgil, «è che manca l’accordo fra Rfi, che gestisce il servizio, e la cooperativa portabagagli, che lo svolge. A quanto ci risulta a oggi la Rete ferroviaria italiana non ha ancora avviato l’assistenza sulla stazione dell’ospedale».
Insomma, ascensore, elevatore e sottopasso dolce non servono a nulla senza un addetto che assista passo dopo passo la discesa della persona disabile dal treno. E attualmente questo addetto non c’è, al contrario di ciò che succede alla stazione centrale di Mestre, dove ogni giorno arrivano una ventina di persone che necessitano di supporto. Non diciamo solo disabili, ma anche “persone con problemi agli arti, anche temporanei, o persone con difficoltà di deambulazione, persone non vedenti o con disabilità visive, persone non udenti o con disabilità uditive, persone anziane, donne in gravidanza”, come specificato nel sito della stessa Rfi.
«È incredibile che proprio la fermata dell’ospedale non sia abilitata per questi soggetti», protesta Baoduzzi. «Chiediamo che la Rete ferroviaria italiana predisponga il prima possibile questo servizio».
Ogni giorno sono 28 solo i treni che passano per Mestre (in direzione soprattutto di Udine) e che fanno sosta all’ospedale. «C’è da supporre», ricorda Baoduzzi, «che più di qualche passeggero debba andare all’Angelo. Eppure è costretto a scendere a Mestre e a trovare altri mezzi. Non si può continuare così».
Il servizio di assistenza in stazione ha meccanismi complessi. La persona che ha bisogno d’aiuto contatta la sala Blu di Rfi (a Venezia) la quale incamera i dati e invia una scheda alla cooperativa portabagagli chiamata a svolgere il servizio. Gli uomini della cooperativa studiano la scheda e mezzora prima dell’arrivo dell’utente disabile o in difficoltà, si presentano al binario per utilizzare l’elevatore. «È chiaro che alla fermata dell’ospedale, più che in altre, sia necessario organizzare l’assistenza», continua Baoduzzi. «Eppure questa battaglia di civiltà, portata avanti con forza anche da una donna disabile che lavora all’Angelo, non è ancora stata vinta. Al nostro sportello si sono rivolte più persone per contestare questa situazione paradossale. Ci piacerebbero risposte in tempi rapidi».
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