Ferito dopo lo schianto chiede maxi risarcimento

Mogliano. Imprenditore pretende dal Comune 415mila euro per i danni subìti «La mia moto schizzò per colpa di un archetto sulla pista ciclabile»
Di Matteo Marcon

MOGLIANO. Si salva dall’incidente e chiede un maxi risarcimento al Comune: 415mila euro per i gravi danni subiti. Federico Bertolin dopo il violento schianto in moto del 10 marzo 2012, avvenuto in prossimità di via Ronzinella, è rimasto per giorni in prognosi riservata. A seguito della brutta caduta fu ricoverato in rianimazione all'ospedale di Treviso. La sua prima testimonianza risale ad oltre un mese dopo: «Non ricordo assolutamente nulla a causa delle gravi lesioni riportate. Gli ultimi ricordi risalgono a qualche giorno prima», raccontò agli agenti. A bordo della sua Bmw, quella sera di circa due anni fa il centauro moglianese sfiorò la morte.

Da quel giorno, secondo una perizia medico legale, deve fare i conti con un danno biologico permanente del 45%. Il quarantanovenne fratello del titolare dell'omonima tappezzeria sul Terraglio, tramite lo studio legale Schiavon Toninato di Padova, ha deciso di presentare il conto al Comune. L'Ente si è trovato così davanti ad una richiesta di risarcimento salata: 366mila euro per i danni permanenti subiti, più 49mila euro per l'invalidità temporanea parziale (che è stata del 100% per 6 mesi). Il grave incidente avvenne nel tratto finale di via XXIV maggio in prossimità dell'incrocio con via Ronzinella, a poca distanza dall'abitazione di Bertolin. Secondo il racconto di un testimone la sua moto impennò improvvisamente accelerando in direzione dello stop e invadendo la pista ciclabile a bordo strada. Sul posto gli agenti della stradale hanno ritrovato un'incisione sull'asfalto lunga diciassette metri. La moto schizzò via attraversando perpendicolarmente la trafficata via Ronzinella: fortunatamente il corpo del conducente si fermò prima senza incrociare altri veicoli. La folle corsa impattò violentemente con un archetto verticale che delimita le due corsie della pista ciclabile bidirezionale sul lato sinistro di via XXIV maggio.

Stando alla richiesta di danni formulata contro il Comune, fu proprio questo segnale a causare l'incidente. La parola ora passa alle rispettive assicurazioni. Ma nel frattempo i dirigenti comunali si sono affrettati a dimostrare la teoria contraria. Le cause del sinistro non sarebbero imputabili a quel segnale stradale: «L'archetto che, in base alla denuncia, sarebbe stato la causa del sinistro», recita la relazione tecnica, «si trova abbondantemente all'interno dello spazio della pista ciclabile, non valicabile da motociclette».

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