Ferisce sorella e cognato per l’eredità

San Michele. L’uomo ha estratto il coltello da sub durante una furibonda lite. I carabinieri lo hanno arrestato
Di Rosario Padovano
MANTENGOLI - TOMMASELLA DINO - BIBIONE - FORNARO FINES E L'ARMA CON RESTI EMATICI
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SAN MICHELE. Disputa per l’eredità: una lite furibonda avvenuta in una casa di via della Repubblica, in pieno centro a San Michele, degenera e finisce con due persone ricoverate al pronto soccorso e una invece rinchiusa in carcere per lesioni e minacce aggravate. I carabinieri di Bibione hanno arrestato domenica sera Fines Fornaro, persona già conosciuta alle forze dell’ordine, originario di Latisana, ma residente a San Michele. L’uomo, 53 anni, condivide l’abitazione con la sorella di 51 anni e il cognato, coetaneo dell’incarcerato. Il litigio è stato violento, dalle parole si è passati ai fatti e l’intervento dei carabinieri ha impedito che la contessa degenerasse ulteriormente in un episodio ancora più sanguinoso.

I carabinieri hanno portato via Fines Fornaro e, dopo le formalità di rito espletate alla caserma dei carabinieri di Bibione, lo stesso è stato tradotto al carcere del Castello a Pordenone, su disposizione del pubblico ministero Pierumberto Vallerin. I feriti sono stati dimessi e non corrono alcun pericolo. Dovranno osservare un periodo di riposo. Da tempo in quell’abitazione si susseguono discussioni animate e litigi, ma nulla faceva immaginare un epilogo drammatico come quello di domenica sera. All’interno dell’abitazione Fines Fornaro e il cognato si sono messi a discutere in modo molto vibrante. La storia era sempre quella: si parlava di soldi. A un certo punto però la situazione è degenerata. Fines ha minacciato sia il cognato e perfino la sorella di morte, secondo il rapporto dei carabinieri. Aveva afferrato un coltello da pesca subacquea, un’arma pericolosa. Il cognato prima ha cercato di farlo ragionale, poi ha tentato inutilmente di afferrare l’arma bianca per disarmare il rivale. Fornaro e il marito della sorella hanno cominciato a darsele di santa ragione. Nel corso della colluttazione è intervenuta anche la donna, che si è gettata nel mezzo con lo scopo di interrompere la lite. Nel frattempo sono giunti i carabinieri, giunti da Bibione dopo una richiesta al 112. Mentre i feriti venivano trasferiti nell’ospedale di Latisana per le cure del caso (la lama del coltello ha colpito le mani di marito e moglie), Fornaro veniva trasferito nella caserma di Bibione per essere interrogato.

Il sostituto procuratore della Repubblica Pierumberto Vallerin non ha voluto sentire ragioni. Ha deciso per l’arresto, valutando la condotta di Fornaro come pericolosa. Per il 53enne si sono spalancate le porte del carcere di Pordenone, al Castello di piazza della Motta. È accusato di lesione personale e minaccia aggravata. Il coltello da pesca subacquea è stato sequestrato. I parenti di Fines sono stati dimessi, sempre nella nottata. Il cognato ha rimediato ferite alla mano destra, guaribili in 15 giorni; mentre la sorella lesioni alle mani e una piccola distorsione al gomito, guaribili in poco più di una settimana.

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