Fenomeni meteo estremi, l’appello dei bagnini: «Garantire ovunque torrette adeguate e sicure»

Ballarin (presidente Anab): «Spesso queste postazioni sono posticce, bisogna garantire strutture a norma per la sicurezza dei bagnanti e del nostro personale»

Una torretta di avvistamento per bagnini caduta
Una torretta di avvistamento per bagnini caduta

CAVALLINO. «Non solo danni ingenti alle attrezzature, ma anche conseguenze per gli assistenti ai bagnanti che con meteo estremo rimangono nelle loro postazioni inadeguate anche a costo di rischiare la propria vita». Non ha mezzi termini Guido Ballarin, presidente dell’Associazione Nazionale Assistenti Bagnanti, nel commentare quanto accaduto nei giorni scorsi sulle spiagge veneziane investite da una vera e propria ondata di maltempo con piogge intense e potenti raffiche di vento a oltre 100 km/h, tutte situazioni di criticità affrontate in prima linea dagli addetti al salvataggio in servizio sulle spiagge delle località balneari.

«Ogni anno» spiega Ballarin «tutte le ditte concessionarie forniscono ai propri dipendenti delle torrette di avvistamento con caratteristiche ben precise, come da ordinanza. A Jesolo, per esempio, ogni postazione di salvamento deve essere costituita da una torretta di avvistamento soprelevata dal piano di spiaggia, per assicurare la più ampia visuale possibile sugli specchi d’acqua presidiati, inoltre deve essere installato ben ancorato un pennone ben visibile, per la segnalazione del pericolo per la balneazione tramite la bandiera rossa».

Un'altra torretta abbattuta dalla furia del vento
Un'altra torretta abbattuta dalla furia del vento

«Torrette e pennoni nei vari litorali sono, nella migliore delle ipotesi, realizzati come a Jesolo con strutture di metallo ben salde sull'arenile e, soprattutto, le postazioni dotate di tetto di riparo» continua Ballarin «purtroppo invece in altre spiagge sono semplici sedie rialzate con un ombrellone come protezione. In molti casi le strutture sono interamente aperte, al massimo vengono posizionati dei teli per ripararsi dalle intemperie. In altri contesti invece non hanno nemmeno un basamento a terra e sono prive di qualsiasi dotazione per un minimo di riparo in caso di avverse condizioni meteo. E come accaduto lo scorso 18 agosto, molti assistenti ai bagnanti hanno rischiato la vita. Si sono ritrovati nel bel mezzo del nubifragio senza poter lasciare le loro postazioni, perché c’è sempre qualche incosciente che decide di andare lo stesso a fare il bagno in mare anche durante il tifone, e quindi anche per non incorrere in una denuncia penale per abbandono della postazione di lavoro. Alcuni colleghi si sono ritrovati a rischiare la propria vita rimanendo infortunati per la caduta delle torrette che si sono rovesciate dopo essersi sbilanciate per il forte vento. Solo la loro prontezza di riflessi nel lasciare la postazione hanno evitato il peggio».

Da ciò l’appello di Anab ad ammodernare le torrette e le dotazioni di tutte le spiagge italiane. «Che le dotazioni abbiano caratteristiche ben specifiche adatte alle avversità meteo più estreme» puntualizza il presidente Ballarin «per garantite la tutela della salute e della vita di chi ogni giorno vigila e salva la vita degli altri. Oggi con dotazioni inadeguate vengono ancora messi a rischio gli stessi operatori che ogni stagione balneare salvano molte vite di bambini, adulti e anziani».

La mancanza di sicurezza sul lavoro apre anche il dibattito sulla difficoltà a reperire assistenti bagnanti. «Anche le paghe non sono idonee» conclude Guido Ballarin «se consideriamo la responsabilità penale per un annegamento dovuto a negligenza del soccorritore, a cui si aggiungono i rischi infortunio e di vita in caso di temporali e le multe alla categoria che partono da 1000 euro. Poi qualcuno si chiede perché i giovani non fanno più gli assistenti ai bagnanti. Per un limite culturale italiano la nostra categoria è considerata l’ultima in ordine di importanza pur salvando le vite dei turisti che alloggiano nelle strutture della costa e che frequentano le nostre spiagge. Chiediamo più collaborazione da parte di operatori, stabilimenti e di tutti gli enti che si occupano di turismo per migliorare sempre di più la sicurezza e la qualità delle nostre spiagge».

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