Fendente alla giugulare Litiga e uccide l’amico
Ha ucciso l'amico e coinquilino con una coltellata alla gola. Un raptus omicida esploso dopo qualche bevuta di troppo in un appartamento di via Calvecchia 56, abitato da cinque persone: tra i due è scoppiata un’accesa discussione poi finita in un bagno di sangue. Verso l'1.30 il 39enne Dumitroche Abdrei Serioja, rumeno, domiciliato nell'appartamento, ha colpito alla gola con un coltello il 28enne Florian Daniel Buti, che viveva con lui da qualche settimana in via Calvecchia, entrambi ospiti di tre romeni, un uomo, una donna e un giovane dei 20 anni.
La coltellata inferta, secondo le accuse a bruciapelo, ha provocato la recisione della arteria giugulare e la morte che è avvenuta dopo pochi minuti per emorragia. I carabinieri sono stati chiamati dai vicini di casa verso l’1.30. Le urla disperate del ragazzo che invocava aiuto hanno rotto il silenzio della notte nella frazione di San Donà che si estende su una strada, la statale 14, via Calvecchia. È arrivata la chiamata al pronto soccorso di San Donà, probabilmente dallo stesso appartamento. I medici di turno hanno subito allertato i carabinieri della compagnia di via Carbonera che si sono precipitati sul posto. L'omicida era ancora in casa, tra gli asciugamani imbrattati del sangue sul pavimento. Potrebbe aver cercato di salvare l’amico dopo un gesto che appare di estrema follia. Le manette sono scattate subito e il 39enne è stato trasferito in caserma. Nel frattempo i sanitari avevano tentato di rianimare Florian che è spirato poco dopo il loro arrivo. Il taglio della giugulare ha provocato una forte perdita di sangue che non gli ha lasciato scampo. L'omicida aveva bevuto, era confuso. Il test alcolemico avrebbe messo in luce il superamento del limite di 1.60 grammi per litro di sangue.
L'uomo è stato interrogato per tutta la mattina, dopo che è stato informato il pubblico ministero che coordina le indagini, la dottoressa Alessia Tavarnesi. Nella sede del comando di compagnia, interrogato dagli inquirenti, l’uomo avrebbe confessato dopo che il magistrato gli avrebbe contestato le prove e le testimonianze raccolte nei suoi confronti. É stato quindi posto in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario. Le indagini sono coperte dal massimo riserbo.
I carabinieri hanno sentito altri amici e connazionali, per cercare di risalire ai motivi della lite sfociata in un omicidio. Pare che i due fossero a San Donà, dove non avevano residenza, solo da un paio di mesi, ospiti di questi connazionali a Calvecchia. Una comunità piuttosto chiusa e appartata che non legava molto con altri residenti, come spesso avviene. Gli appartamenti, di proprietà di una famiglia di Jesolo, sono tutti in affitto e cambiano spesso inquilini. Prima di loro c'erano degli extracomunitari che se n’erano andati circa tre mesi fa. Poi erano arrivati i rumeni.
Sembravano tranquilli, salvo il via vai di persone cui si assisteva ogni tanto. I due, Dumitroche e Florin, erano gli ultimi arrivati, ospiti per il momento dei tre connazionali che da più tempo si erano insediati a San Donà, e lavoravano saltuariamente come artisti di strada in centro, ma non erano ancora molto conosciuti. Il pubblico ministero ha chiesto al medico legale Antonello Cirnelli un primo esame esterno del cadavere, un esame che ha evidenziato il profondo taglio inferto apparentemente in modo intenzionale alla gola. L'appartamento in cui è avvenuto l’omicidio si trova proprio sopra la farmacia nella frazione di Calvecchia, in una palazzina marrone a due piani.
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