Femminicidio a Musile, Mariarca uccisa dal marito con cinque coltellate

I risultati dell’autopsia sulla commessa di 38 anni Ascione chiederà il giudizio abbreviato per beneficiare dello sconto di pena
Mariarca Mennella
Mariarca Mennella

MUSILE. Cinque coltellate, di cui due al braccio sinistro e tre al tronco. Così è morta Mariarca Mennella, la 38enne commessa e mamma di Torre del Greco che viveva a Musile, per mano del suo ex marito Antonio Ascione, di professione pizzaiolo. Lo hanno accertato i medici legali Cristina Mazzarolo e Raffaele De Caro che hanno effettuato l’autopsia sulla salma della donna su incarico del pubblico ministero titolare delle indagini Raffaele Incardona. La relazione sull’autopsia è stata depositata nelle scorse ore in Procura e notificata alle parti.

I due medici legali hanno collocato il decesso di Mariarca tra le 5 e le 7 di domenica 23 luglio 2017. La causa della morte è da ricondurre, si legge nelle conclusioni della relazione degli specialisti, «a un arresto cardiocircolatorio irreversibile» a cui si è sommata «una anemia acuta post emorragica da sezione del polmone di sinistra, del pericardio e dell’aorta». Le lesioni sono state prodotte da un coltello, chiariscono i medici legali, con lama della lunghezza di almeno 8-12 centimetri e larghezza 2 centimetri. Caratteristiche, queste, compatibili con quelle del coltello che i carabinieri avevano sequestrato nell’appartamento del femminicidio. La tipologia, il numero e la sede delle ferite permettono di concludere che si sia trattato di un omicidio compiuto da una sola persona che le indagini hanno identificato in Ascione, reo confesso: era stato proprio lui a chiamare il 112 per dire che aveva accoltellato la donna, ma che lei era ancora viva e che quindi i soccorritori dovevano fare presto. Quando l’ambulanza era arrivata nell’appartamento di via Dante Alighieri, però, per Mariarca non c’era più nulla da fare.

Con ogni probabilità, una volta analizzata la relazione dei medici legali, il pubblico ministero Raffaele Incardona chiuderà le indagini a carico dell’uxoricida e ne chiederà il rinvio a giudizio. Il nuovo difensore dell’indagato, l’avvocato Giorgio Pietramala, è pronto a chiedere per il suo assistito il giudizio con rito abbreviato, evitando così il dibattimento in aula. In virtù della scelta del rito, Ascione potrà beneficiare dello sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

Il delitto era maturato perché Ascione non sopportava il fatto che Mariarca, dopo la separazione, avesse iniziato a rifarsi una vita. A far scattare il raptus omicida, all’alba di quella domenica, sarebbero stati alcuni sms che l’uomo aveva trovato nello smartphone della sua ex che aveva deciso di ospitarlo in casa per alcune notti, nonostante la fine del rapporto. Un gesto di buon cuore che per Mariarca è stato fatale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia