Felice Maniero, confiscate le tre ville in Toscana

La Guardia di Finanza blocca gli immobili dell’ex boss del Brenta e dell’ex cognato Di Cicco che annuncia battaglia legale

VENEZIA. Si profila una battaglia legale sulle confische delle ville in Toscana di Felice Maniero. Lunedì i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma, capitanati dal tenente colonnello Maurizio Querqui, hanno eseguito la notifica presso le Conservatorie dei Registri Immobiliari di un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale Ordinario di Venezia – Sezione Distrettuale del Riesame e delle Misure di Prevenzione, dei tre immobili di pregio situati in Toscana, tra Firenze e la Versione.

Ma la difesa di Riccardo Di Cicco, ex cognato di Felice Maniero, affidata all’avvocato Giulio Venturi, minaccia battaglia: «Sto già lavorando al provvedimento di opposizione. Faremo appello», annuncia.

Il provvedimento eseguito lunedì dalle Fiamme Gialle romane conferma il sequestro di prevenzione dei beni immobili già eseguito il 17 gennaio 2017, quando era stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Riccardo Di Cicco, ex cognato di Felice Maniero e del broker Michele Brotini. Sequestro preventivo per beni e disponibilità finanziarie per oltre 17 milioni di euro. Le ville confiscate hanno un valore di circa 4 milioni e mezzo di euro. Di Cicco e Brotini sono attualmente detenuti e a processo, il primo in fase preliminare; il secondo dibattimentale. I reati contestati sono quelli di riciclaggio di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità di agevolare Maniero, ex boss della Mala del Brenta.

Con il provvedimento di confisca, il Tribunale ha ritenuto sussistente «il presupposto di pericolosità sociale in capo a Felice Maniero sulla base dell’accertata e costante dedizione alla consumazione di reati in forma continuata ed organizzata, sia nell’ambito del settore degli stupefacenti che nel campo dei reati contro il patrimonio. Solo nel suo periodo criminale più florido, ricompreso tra il 1982 e il 1993, risultano accertati in via definitiva ben 166 reati», spiegano dal comando della Guardia di Finanza di Roma.

Le tre ville in Toscana confiscate – sulla base dei nuovi accertamenti economico-patrimoniali svolti dai finanzieri dopo il sequestro – sono stati ritenuti di valore sproporzionato «rispetto al reddito dichiarato dai soggetti interposti che ne hanno avuto la proprietà o la disponibilità» visto che alcuni non hanno «mai svolto alcuna attività lavorativa».



La confisca riguarda villa Paradiso a Santa Croce sull’Arno (Firenze), 551 metri quadri acquistata da Di Cicco nel 1989 per 160 milioni di lire (nel dispositivo si stima valga 435 mila euro)con scuderia, frutteto, bosco, campi e annessa piscina. C’è poi il villino di Fucecchio (Firenze) che l’odontoiatra comprò nel 2011 per 330 mila euro e la villa di Pietrasanta in Versilia, acquistata nel 2004 per poco più di 1 milioni di euro. Due delle tre ville sono occupate e infatti il decreto è una misura di prevenzione a carico di Di Cicco, dell’ex moglie e sorella di Maniero, Noretta, della nuova compagna Morena Galasso e dello stesso Maniero. Dal sequestro, i familiari di Di Cicco pagano una indennità di occupazione allo Stato. Quando il provvedimento diventerà definitivo lo Stato potrà venderli o destinarli a scopi sociali. Ma occorrerà superare la battaglia legale della difesa.

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