Federica rinchiusa nel reparto psichiatrico

Chioggia. Parla la console: «Ho incontrato i genitori, sono distrutti e sconvolti». Ieri il rientro a casa

CHIOGGIA. Ieri in giornata i genitori di Federica Boscolo Gnolo sono tornati a Chioggia. La giovane mamma accusata di aver ucciso la figlia Farah di pochi mesi è chiusa nel reparto psichiatrico del carcere femminile di Holloway, sotto cure mediche. Lo ha confermato la console Sarah Castellani che ha incontrato la famiglia nella capitale inglese. «Il consolato ha lo scopo di essere la casa degli italiani all’estero», ha detto Castellani, «Proprio per questo abbiamo incontrato la famiglia subito, suggerendo il nome di un legale, offrendo un’assistente sociale e un alloggio. È un posto che, soprattutto per chi è all’estero, diventa quasi una casa dove poter venire per chiedere aiuto e, in questo caso, anche sfogarsi».

I genitori avevano già pensato alla sistemazione, quanto al legale non si sa ancora invece se prenderanno in considerazione il suggerimento del consolato. «Abbiamo incontrato due persone distrutte», ha raccontato la console riferendosi ai genitori, «segnate profondamente da quello che sta succedendo e completamente sconvolte da questa tragedia che non si sarebbero mai aspettati». Il consolato chiederà anche un sopralluogo nel carcere dov’è rinchiusa la donna per controllare che tutto proceda secondo la norma: «Se Federica accetterà, noi andremo», ha detto Castellani, «ma comunque lo chiederemo, poi starà alla famiglia decidere. Sappiamo che i genitori sono già andati in carcere per incontrare la figlia. Noi abbiamo seguito l’udienza ma eravamo seduti in posti separati».

Non sarà facile il ritorno per la famiglia, non solo per la tragedia in corso, ma anche per la lontananza dalla figlia. La donna verrà riascoltata dalla corte di Old Bailey il 21 aprile: «Ci saremo», conferma la console, «Siamo sempre in contatto con l’Italia e con le forze dell’ordine inglesi». Della valigia, invece, ancora nessuna traccia. «Qui non se ne parla più», conclude Castellani, «Il caso ha fatto molto scalpore lo scorso fine settimana, quando la polizia di Scotland Yard ha lanciato l’appello per avvisare chiunque avesse visto la valigia nei dintorni di Dowes Road di chiamare, ma poi i giornali hanno abbandonato la notizia».

Eppure in silenzio procedono di sicuro le ricerche della polizia convinta che la valigia potrebbe contenere tracce fondamentali per dare una svolta alle indagini. Rimane infatti ancora un tassello da scoprire per ricostruire il puzzle di questa tragedia, ovvero il corpicino della piccola non ancora trovato.

Vera Mantengoli

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