Fecero fallire la società “Blumar” cinque amministratori a giudizio
CHIOGGIA. Avrebbero distratto due milioni e 256 mila euro, quattro Fiat 500 e due carrelli elevatori, facendo fallire la società di Chioggia «Blumar srl», che commerciava in prodotti ittici. Sono gli amministratori di fatto e i soci Bruno Bacci (67 anni, Chioggia), Luigi Bonaldo (55, Sottomarina), Gastone Boscolo Fiore (48, Chioggia), Onofrio Gonella (66, Jesolo) e lo spagnolo Antonio Borre Comeche (39, Valencia). Ieri, il giudice veneziano Barbara Lancieri ha accolto la richiesta del pubblico ministero Laura Cameli ed ha rinviato a giudizio i cinque imputati che il 4 febbraio del prossimo anno dovranno rispondere di bancarotta per distrazione davanti al Tribunale di Venezia.
Ognuno degli italiani partecipava al capitale sociale con 100 mila euro: stando alle accuse, avrebbero messo in cantiere operazioni finanziarie dolose per arrivare al fallimento. Si sarebbe trattato di «operazioni prive di logica imprenditoriale e comunque prive di giustificazione economica. In particolare la società aveva i conti sani, nel 2008 il bilancio aveva chiuso con un utile di 129 mila euro e l’anno successivo di 302 mila. «Appare evidente», si legge, «che si trovava in una situazione di solidità economica», eppure fin dal febbraio 2010 Bacci e soci avviano le operazioni discutibili che provocano il fallimento: affittano inspiegabilmente il ramo d’azienda di produzione e confezionamento di prodotti ittici (attività che produceva stabilmente reddito) alla «Blue Sails srl»; compiono cospicui prelevamenti in contanti dai conti correnti della società; infine, cedono il totale del capitale alla portoghese «Delifrost Unipessoal Lda», rappresentata da Antonio Borrel Comeche, che dopo la cessione è diventato amministratore unico dell’azienda di Chioggia dal l’agosto 2010.
Il Tribunale civile di Venezia ha dichiarato il fallimento della società di Chioggia il 25 febbraio 2011 e dal 2009 al giorno della sentenza gli imputati avrebbero tenuto le scritture contabili in maniera incompleta, omettendo di provvedere al loro aggiornamento. Infine, avrebbero evaso le imposte, visto che non avrebbero presentato la dichiarazione annuale dei redditi per le imposte del 2009. Già ieri si è costituito parte civile il curatore fallimentare, il commercialista Maurizio Nardon, con l’avvocato Giusi Grofcich, così potranno fare anche l’Agenzia delle Entrate e la «Leasint spa», la società milanese che aveva ceduto in leasig i due carrelli elevatori che gli imputati sono accusati di aver fatto in qualche modo sparire.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia