Fece pestare un cliente barista condannata
CEGGIA. Aveva organizzato una spedizione punitiva vera e propria per evitare di pagare un debito di quattromila e 500 euro. E i due giovani bulli, un italiano e un tunisino, avevano preso sul serio il loro compito tanto da aver duramente picchiato il malcapitato, al quale i medici del Pronto soccorso dell’Ospedale diagnosticarono lesioni guaribili in 60 giorni. Avevano un compito: portargli via il cellulare, all’interno del quale c’erano le uniche prove del debito che avrebbe dovuto saldare. Così, ieri, davanti al giudice veneziano Roberta Marchiori ha condannato a tre anni e due mesi di reclusione Michela Salvador, che a Ceggia è titolare del bar paninoteca «Il ghiottone»: era difesa dall’avvocato Andrea Galli, che ha ottenuto lo sconto di un terzo sulla pena grazie alla richiesta del rito abbreviato, che ha permesso il giudizio allo stato degli atti durante l’udienza preliminare senza bisogno del processo in aula. Gli altri due imputati, tutti dovevano rispondere di concorso in rapina e lesioni, hanno patteggiato la pena, uno a un anno e 10 mesi, l’altro a un anno e mezzo.
Questi i fatti. Michela Salvador aveva chiesto e ottenuto un prestito di 4500 euro da un cliente abituale del suo locale, ma dopo alcuni mesi, nonostante le richieste dell’amico, non era ancora riuscita a racimolare i soldi per restituire il prestito. Così, per poche decine di euro, aveva assoldato due giovani: gli aveva dato il compito di dare una lezione al creditore, ma soprattutto di portargli via il telefonino, perché nella memoria c’erano alcuni sms che i due si erano scambiati da cui si evinceva chiaramente che lui avanzava quella cifra da lei. Non c’erano altre prove: il cliente si era fidato e non aveva chiesto alla Salvador di firmare cambiali o altri documenti. Scomparso il cellulare non ci sarebbe stata altra prova di quel prestito. I due giovani bulli, comunque, avrebbero esorbitato dai compiti che erano stati affidati: oltre a picchiarlo e a derubarlo del telefonino, gli avevano portato via anche 500 euro, che il cliente aveva accumulato con alcune vincite alle slot machine della paninoteca della Salvador.
Probabilmente, sia la donna sia i suoi sgherri pensavano che la «vittima» sarebbe rimasta zitta o che non riuscisse a risalire agli autori del pestaggio e della rapina, invece, la denuncia era partita e le indagini delle forze dell’ordine erano riuscite a individuare sia i responsabili sia il movente.
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