Favaro plaude al suo don Carnio Da 39 anni non c’era un prete

Festa grande per l’ordinazione sacerdotale di don Giovanni  Il sacerdote sarà assegnato presto a una parrocchia diocesana 

LA Curiosità

Accolto con un grande abbraccio dalla sua parrocchia di origine don Giovanni Carnio, il neo sacerdote ordinato domenica dal patriarca Francesco Moraglia e ora in attesa di un incarico. Alle dieci del mattino la celebrazione eucaristica, alla quale hanno partecipato diversi sacerdoti del vicariato, in primis il parroco, don Giuseppe Simoni, ma anche autorità locali tra cui il presidente di Favaro, Marco Bellato, l’assessore comunale Renato Boraso, il consigliere Giancarlo Giacomin.

Don Giovanni Carnio, 45 anni, laureato in giurisprudenza a Padova, è originario della parrocchia di piazza Pastrello, favarese doc, e dall’anno scorso impegnato nella collaborazione pastorale di Eraclea. Dopo aver ottenuto il titolo di avvocato è seguito un periodo di lavoro in uno studio legale. Poi la vocazione e la scelta di diventare prete. Ha fatto un’esperienza ad Ol Moran, in Kenya, ha preso servizio pastorale nella parrocchia di Gesù Lavoratore (a Marghera) e a San Cassiano e San Silvestro (a Venezia), ha sperimentato l’assistenza in carcere insieme al parroco e cappellano don Antonio Biancotto e poi dall’estate scorsa, a Santa Maria Concetta (a Eraclea). Come da consuetudine, i sacerdoti dicono la prima messa nella loro parrocchia di origine, in questo caso quella di Favaro. Ora è in attesa di conoscere il suo nuovo incarico. «Dopo 39 anni siamo orgogliosi di avere un nuovo sacerdote originario della parrocchia di San Pietro Apostolo» spiega il presidente di Favaro, Marco Bellato «evviva don Giovanni di Favaro, amico di infanzia e oggi padre spirituale di molti di noi. Per un certo periodo è stato mio collega, quando era avvocato, prima che la vocazione prevalesse su tutto il resto. Domenica è stato accolto da un’atmosfera vivace. Lo abbiamo ringraziato perché è diventato un amico speciale su cui tutti facciamo affidamento nei momenti di gioia e difficoltà, perché sappiamo che è al nostro fianco». Prima la messa gremita di amici di infanzia, poi la banda che ha suonato sia nel sagrato che davanti al municipio. Infine una targa in suo onore e un brindisi con amici e famigliari in parrocchia. —

M.A.

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