Fatture false per oltre 25 milioni nei guai una coppia di Dolo
DOLO. Una frode fiscale milionaria. Un meccanismo che stando a quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Pordenone coinvolgeva in tutto 107 persone. In tre – secondo le Fiamme Gialle – avevano costituito un’organizzazione che emetteva fatture false. Due di loro sono di Dolo, una coppia, marito e moglie, Fabio Barina ed Elisabetta Turi, lui magazziniere in una ditta e lei operaia in cassa integrazione. Il terzo è un ex promotore finanziario trevigiano, il 69enne Andrea Lombardi. Le fatture false erano destinate alla “clientela”: 104 imprenditori compiacenti che potevano così, fittiziamente, ridurre gli utili e far lievitare i costi, in modo da pagare meno tasse. Tre, dunque, sono le denunce per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti mentre 104 sono i denunciati per il reato di utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Ecco il sistema ricostruito dalle Fiamme Gialle di Pordenone. Attraverso tre società con sede in provincia di Pordenone (una ad Azzano Decimo, settore informatico, e due nel capoluogo, ambito prevalentemente edile) venivano documentate a favore degli imprenditori-clienti fittizie prestazioni di servizi e cessioni inesistenti di beni. Le Fiamme Gialle hanno quantificato l’ammontare complessivo di servizi e beni documentato in 25 milioni di euro.
I 104 imprenditori-clienti risultano in parte (una decina) operativi nelle province di Pordenone e Udine, ma la maggior parte opera in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. I tre denunciati per emissione di fatture sono difesi dall’avvocato mestrino Lucio Spampatti i due di Dolo, mentre il trevigiano Lombardi è difeso dall’avvocato di Treviso Luigi Fadalti. Barina e Turi, stando al loro difensore, si sarebbero prestati semplicemente a fare da prestanome alle arrività di Lombardi, visto che erano stati piazzati al vertire delle tre società di Pordenone, che avevano pochi anni di vita e che secondo la Guardia di Finanza erano state costituite allo scopo principale di emettere false fatture.
A seguito delle indagini del Comando provinciale delle Fiamme Gialle, la Procura di Pordenone ha richiesto il fallimento delle tre società che avevano sede in provincia e che «sono risultate aver maturato consistenti debiti tributari destinati, secondo l’intendimento degli indagati», ha riferito la Finanza, «a restare insoddisfatti». Nel corso delle indagini è emerso che i proventi illeciti conseguiti dai responsabili della frode fiscale erano stati depositati, per ampia parte, su conti correnti accesi in Croazia, da dove erano stati successivamente prelevati per la costruzione di un complesso immobiliare turistico di oltre 50 appartamenti, alcuni dei quali intestati a società croate di comodo». Il complesso immobiliare turistico è sulla costa istriana, vicino a Umago.
La Procura (del caso si occupa il sostituto procuratore Annita Sorti) ha richiesto il sequestro dei beni ai tre denunciati considerati i principali responsabili della frode fiscale per un ammontare equivalente alle imposte evase e alle pertinenti sanzioni e interessi. La richiesta della Procura è stata accolta dal giudice che ha disposto il sequestro fino alla concorrenza di 3 milioni e 155 mila euro.
Per quanto riguarda la posizione dei coniugi di Dolo risultano già sequestrate sui rispettivi conti somme non superiori a 3 mila e 2 mila euro. Per quanto riguarda il conto corrente del trevigiano Lombardi, l’ammontare della somma sequestrata è di poco più di circa 2 mila euro. Le autorità italiane sono in contatto con quelle croate per fare in modo che possano finire sotto sequestro anche le proprietà oltre confine.
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