Fatture false e “cartiere” denunciati in 11 per frode
PORTOGRUARO. La Guardia di Finanza della tenenza di Portogruaro ha individuato una vasta frode fiscale operata da un gruppo di imprese dell'intero Veneto orientale, sia nel mandamento del Lemene che in quello di San Donà, attiva nel settore dei cartoni e degli imballaggi.
Con l'ausilio di società fantasma che emettevano fatture false a loro destinate, gli imprenditori dichiaravano al fisco meno entrate e quindi pagavano tasse ad aliquote inferiori rispetto al dovuto. Un trucchetto però scoperto grazie ai finanzieri portogruaresi che hanno così denunciato 11 impresari a vario titolo per associazione a delinquere e reati tributari. Evase imposte dirette per 1 milione di euro, da recuperare 2,7 milioni di euro di Iva, la base imponibile sottratta alla tassazione è pari a 7 milioni di euro.
La frode, secondo i finanzieri, è stata attuata grazie alla creazione di imprese fantasma, le cosiddette cartiere, gestite da prestanome. Si trattava in particolare di conoscenti, ma non mancava qualche parente. A gestire le società fantasma erano pure alcune donne, amiche degli imprenditori truffaldini. Queste società cartiere non hanno mai esercitato alcuna attività. Hanno emesso per mesi, forse per anni, fatture inesistenti per prestazioni mai avvenute, nei confronti delle aziende di imballaggi che utilizzavano i costi fittizi per abbattere i loro redditi e ricavare vantaggi fiscali. Il suddetto stratagemma permetteva ai creatori della frode di evadere le imposte e di mantenere un'immagine di grande operatività, al punto che persino le banche concedevano loro fidi e sconti. Decisivo il lavoro del consulente fiscale delle varie imprese coinvolte, una decina. I personaggi garantivano la coerenza di tutta la documentazione fiscale e una gestione della contabilità tale da mascherare le illecite attività poste in essere. L'attività ispettiva ha quindi permesso di accertare il coinvolgimento di altre 16 imprese. Sono state emesse fatture per operazioni inesistenti per 8 milioni di euro, da cui deriva un recupero di Iva di 2.700.000 euro.
Le indagini proseguono. Infatti le Fiamme gialle portogruaresi devono capire, e vogliono arrivarci al più presto, l'ammontare dei fidi bancari ottenuti illecitamente in tutto questo tempo dagli autori della frode fiscale.
Rosario Padovano
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