Fatture false, condannato imprenditore
JESOLO. False fatture emesse dalla società “Associazione calcio femminile dilettante Venezia 1984”, che tra il 2008 e il 2010 militava nel campionato di serie A, per consentire l’evasione delle imposte dirette e dell’Iva del cliente: il legale rappresentante della società di calcio Franco Saramin, imprenditore jesolano di 69 anni, è stato condannato ieri a sei mesi (pena sospesa) dal giudice monocratico Fabio Moretti per le due fatture – in tutto 48 mila euro – che la società sportiva aveva staccato nel corso degli ultimi mesi del 2010 per prestazioni di servizi nei confronti della “Ortopedia Rensi Maria Luisa”, ditta di Arzignano nel Vicentino che a sua volta sponsorizzava la società sportiva. «Fatture per operazioni oggettivamente inesistenti», si legge nel capo d’imputazione.
Erano anche altri gli episodi che la pubblica accusa aveva contestato all’imprenditore, sempre per false fatture nei confronti della stessa Ortopedia: per quelle del 2008 (48 mila euro) e del 2009 (36 mila euro) il giudice ha stabilito il non doversi procedere per avvenuta prescrizione del reato, mentre per altre due fatture del 2010 (24mila euro) Saramin è stato assolto perché il fatto non sussiste, visto che le fatture erano state emesse da una società sportiva diversa, con sede a Zelarino, la cui legale rappresentante era la moglie dell’imprenditore. Ma con la società, Saramin non aveva direttamente a che fare.
Nella sua requisitoria, il pm ha ricordato come a fronte dell’emissione delle fatture, i pagamenti da parte dell’Ortopedia fossero state onorate solo in parte. Eppure Saramin non avrebbe mai reclamato i suoi soldi, né avviato azioni stragiudiziali o giudiziali per il recupero. «Le operazioni di sponsorizzazione appaiono sproporzionate», ha spiegato il pm interrogandosi sul motivo per cui una società vicentina fosse così interessata a sponsorizzare una società dilettantistica nel Veneziano. «L’Ortopedia ha scelto di sponsorizzare una squadra di serie A, non una formazione parrocchiale», ha replicato il difensore di Saramin, l’avvocato Rodolfo Marigonda, che ha rilevato come nel corso dell’istruttoria né il pubblico ministero, né la Finanza abbiano portato le prove a dimostrazione che si trattava di fatture per operazioni inesistenti.
Nel suo dispositivo, il giudice ha stabilito la perdita di efficacia del sequestro preventivo di 26 mila euro stabilito al tempo sui fondi dell’imprenditore.
Rubina Bon
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