Fasce orarie per le slot, pochi le rispettano
MESTRE. L’ordinanza è entrata in vigore da quattro giorni, ma non sono in molti a rispettarla. Per capirlo, basta fare un giro per il centro di Mestre. Mentre alla sala Eurobet all’angolo tra le vie Felisati e Carducci è appeso un foglio scritto a mano che informa dei nuovi orari, alla sala Bingo di via Pepe tutto procede come se nulla fosse, così come accade in molti bar e tabaccherie, con le video-slot accese anche nelle fasce orarie in cui dovrebbero essere chiuse. Eppure l’ordinanza firmata dal sindaco Luigi Brugnaro più di un mese fa parla chiaro. «L’orario di funzionamento degli apparecchi di svago con vincita in denaro va dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19».E poi, al capoverso successivo, l’ordinanza recita: «Gli apparecchi nelle ore di non funzionamento devono essere spenti tramite apposito interruttore elettrico».
La decisione di limitare l’orario di sale slot e bar e tabaccherie con le slot era stata presa dal comune in seguito al percorso che Ca’ Farsetti, così come altre amministrazioni del Veneziano, avevano fatto con la prefettura per comprendere il fenomeno del gioco d’azzardo e capire come intervenire per cercare di limitarlo. Un percorso che si era concluso so, a maggio, con la presentazione da parte della prefettura di una proposta di regolamento, che il Comune tuttavia non ha ancora adottato. Il sindaco ha infatti preferito, almeno per il momento e in via sperimentale fino a dicembre, firmare un’ordinanza ricalcandone le limitazioni orarie, con il medesimo obiettivo: evitare il gioco ossessivo delle slot elettroniche.
Una misura contro la quale si erano scagliati quelli del Sapar (Servizi pubbliche attrazioni ricreative) nella figura del presidente veneto, l’imprenditore mestrino della Triveneta giochi Mauro Vettorello. «Noi abbiamo comunicato ai nostri clienti l’entrata in vigore dell’ordinanza ma poi sono i titolari dei bar o degli altri locali a decidere se recepirla o meno», spiega Vettorello, ammettendo che solo una parte dei locali si è adeguata ai nuovi orari. «Noi rimaniamo contrari ai divieti e non a caso stiamo lavorando con l’Asl e il Sert a un progetto che presenteremo spero tra fine agosto e inizio settembre per educare i baristi e i titolari dei locali», aggiunge, «a riconoscere da alcuni segnali i giocatori che soffrono o possono soffrire di gioco d’azzardo patologico, così da intervenire e segnalarli alle strutture dell’Asl. Con questo progetto chiederemo un confronto al Comune per cercare di rivedere i termini delle limitazioni orarie». Il confronto con il Comune si gioca in realtà su un duplice binario. Perché davanti al Tar pendono due ricorsi contro l’ordinanza: la discussione è fissata per metà settembre.
Ecco perché il Comune fa sapere che, con l’entrata in vigore dell’ordinanza, i controlli stanno partendo, e le prime multe potrebbero fioccare: sanzioni comprese - come si legge nell’ordinanza - comprese tra i 25 e i 500 euro. È immaginabile però - anche se nessuno potrà mai confermarlo ufficialmente - che, almeno fino al pronunciamento del Tar, venga adottato un basso profilo sul fronte dei controlli amministrativi. Perché se il Tar dovesse ritenere illegittima l’ordinanza con le limitazioni orarie, altrettanto illegittime sarebbero le sanzioni comminate dai vigili urbani.
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