Farmaci senza marca, i medici veneziani non si adeguano

Caos sanità / Ieri niente ricette “generiche” nelle rivendite cittadine: «Mancano i sistemi informatici, non siamo ancora pronti»

MESTRE. È entrata in vigore ieri la norma di legge che prevede per i medici di famiglia l’obbligo di indicare nelle ricette il principio attivo di un farmaco e non il tipo specifico di prodotto (la marca) da acquistare al banco delle farmacie. Un modo per fare spazio ai farmaci generici rispetto a quelli di marca e far risparmiare qualche soldo al Servizio sanitario nazionale. Ma i medici di base hanno fatto “muro” contro la norma criticatissima dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), che ha chiesto una proroga di due mesi al ministero della Salute, presentando tutta una serie di osservazioni.

Di fatto, ieri nessun medico di famiglia si è allineato alla norma e sul sito della Fimmg capeggiava anche una lunga lettera inviata dal ministro Balduzzi dal segretario nazionale Giacomo Milillo. «Tale norma interviene pesantemente sul complesso e delicato algoritmo che guida la prescrizione di un farmaco nella pratica corretta della medicina generale, che non si basa solo sulla diagnosi della malattia, ma tiene conto di molti fattori dipendenti dalle caratteristiche individuali dell'assistito, dalle sue precedenti esperienze di cura, dalla sua cultura del farmaco e tanto altro ancora», si legge nel comunicato.

Ancora più duro, ieri, il fiduciario veneziano della Fimmg Lucio Pasqualetto, che ha analizzato la questione su scala anche provinciale. «Il fatto è che non siamo pronti e non abbiamo gli strumenti per fare un simile cambiamento. I farmacisti avevano già, invece, tutti i poteri di legge per dare un farmaco generico, diverso ma con gli stessi principi attivi. In questo modo, invece, oltre che a mettere noi medici in grande difficoltà, si crea confusione nei pazienti con nomi complicati e difficili da ricordare. Sempre che questa nuova norma non sia un sistema per colpire la categoria, presupponendo che i medici di famiglia abbiano vantaggi economici prescrivendo un farmaco piuttosto che un altro, cosa assurda da credere».

Il ministero ha poi, però, precisato che «in attesa che i sistemi informatici per la compilazione della ricetta online e per la trasmissione dei relativi dati, vengano adeguati alle nuove norme con l’indicazione del principio attivo, i medici dovranno ricorrere a una compilazione parzialmente o totalmente manuale della ricetta, a seconda del software di cui dispongono». I sistemi informatici saranno adeguati nel corso dei prossimi due mesi. Il tempo che ha chiesto proprio la Fimmg, poiché l’informatizzazione del sistema manca e crea il disagio principale ai medici di famiglia.

«Oggi (ieri, ndr) non ho ricevuto alcun cliente con ricette specifiche relative alla nuova norma, non so cosa potrà accadere nei prossimi giorni, ma di fatto per noi farmacisti non cambierà nulla», spiega il dottor Sabbadin dalla farmacia di via Circonvallazione. «I farmaci generici li vendevamo anche l’altro ieri. Questa norma tocca solo i medici di famiglia che devono prescriverli, non noi». Insomma, i farmacisti attendono, i medici rinviano. Ma non per molto ancora.

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