“Farabutto” sulla lapide del partigiano Isepetto, condanna dell’Anpi
MIRA. “Farabutto”, questo l’insulto scritto sulla lapide dedicata a Giare di Mira al partigiano Romeo Isepetto che morì in un incidente di pesca nell’agosto del 1947 in laguna sud. A denunciare l’accaduto sono stati alcuni cittadini e anche la sezione locale dell’Anpi presieduta da Tullio Cacco.
«L’insulto a Isepetto e a Giuseppe Fabbian che morì con lui nel 1947», spiega Caco, «è il segno dei tempi. È il segno dello sdoganamento delle ideologie più bieche del Novecento condannate dalla storia e che hanno provocato una guerra mondiale causando decine di milioni di morti. Chiediamo che tutta la comunità condanni questo insensato gesto fatto da un vigliacco con il favore della notte».
Romeo Isepetto fu una figura simbolo, dell’antifascismo della Riviera, e fu catturato come resistente e antifascista dai tedeschi durante un rastrellamento dopo l’8 settembre del 1943. Finì nel campo di concentramento di Mauthausen in Austria dal quale riuscì a tornare a guerra finita.
Era un pescatore e proprio pescando in barena a Giare, nel 1947, perse la vita. Di fatto stava pescando di frodo, con l’esplosivo, in una valle privata. Il suo era una sorta di “esproprio proletario” , verso quei personaggi che avevano fiancheggiato il fascismo e dal quale avevano ricevuto grossi privilegi. Isepetto, infatti, il pesce pescato tolto quello per la sua famiglia, ricordano a Mira, lo donava gratuitamente ai poveri del posto.
Fu segretario locale del Pci. Alla figura di Isepetto, il cantastorie Gualtiero Bertelli, anche lui mirese, ha dedicato una struggente ballata. Fatti come quelli dell’imbrattamento della lapide di Isepetto a Giare non sono nuovi a Mira. Qualche anno fa furono imbrattate le lapidi dei 9 partigiani trucidati a Olmo di Borbiago dalla X Mas e dai tedeschi in fuga il 26 aprile del 1945. Martiri a cui è stata dedicata la piazza del municipio. —
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