Fango, insetti e pericoli «Terminate l’ecomostro»
MARCON. I residenti lo hanno ribattezzato «ecomostro», il complesso di via Alta, inserito tra le vie dello Sport e Galilei, alle porte del centro di Marcon, che non è mai piaciuto e ora piace ancor meno. Stiamo parlando di uno stabile a forma di elle, un Programma di riqualificazione urbanistica, edilizia ambientale (Piruea) nato su una porzione di area verde, zona ex Pesa, che dovrebbe ospitare 21 alloggi, 16 dei quali a canone sostenibile (il cosiddetto social housing, cioè alloggi sociali), ma anche dei garage e negozi.
Come data avvio dei lavori, il cartellone segna 27 dicembre 2013, ma ora tutto è fermo. Così in piedi ci sono le colonne portanti dell’immobile, lo scheletro, le impalcature ma non si vedono operai e nei giorni scorsi è stata tolta la gru.
«Siamo davanti a una vergogna, a una bruttura, a un ecomostro», osserva il portavoce dei residenti Silvio De Zanchi che nei giorni scorsi ne ha radunati una ventina davanti al cantiere, «perché non si può vedere una cosa del genere a pochi metri dal municipio e vicina ad altre case e appartamenti: o l’abbattono o la finiscono. Ci diano dei tempi certi. Tutto è abbandonato, vicino alla struttura si è formata una piscina ricettacolo di insetti e altre bestie. Poi terra accumulata, griglie e materiali gettati a terra».
Eppure, sino a meno di due anni fa, lì c’era un parco, punto di riferimento per le famiglie e i bambini. «Hanno tagliato venti alberi», continua De Zanchi, «per far partire i lavori. Chi ne è responsabile non si deve nascondere dietro a un dito. Il cantiere sta diventando un problema pure per gli automobilisti in uscita da via Galilei e che si devono immettere su via Alta, perché la visibilità non è delle migliori. Manca un marciapiede, lungo via Alta non si può camminare altrimenti è pericoloso. Le nostre domande sono più d’una: chi ha voluto tutto questo? Perché? Serviva proprio?».
Per il sindaco di Marcon Andrea Follini i lavori proseguiranno. «Non sono bloccati», replica, «perché l’azienda va avanti in base ai pagamenti della Regione, che deve pur rispettare il patto di stabilità: l’ultima quota è di oltre 300 mila euro di maggio. Non c’è incertezza sul finanziamento, legato al social housing, e il privato ha tempo tre anni prima di completare l’opera (dicembre 2016 ndr)». Smentisce, invece, la pericolosità dell’incrocio per quegli automobilisti che da via Galilei devono inserirsi in via Alta. «Non è così», aggiunge Follini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia