Famiglia accusata di ricettazione chiesta la confisca di tutti i beni
La polizia ha chiesto al Tribunale la confisca dei beni della famiglia Lovacovic. Si tratta di una casa, di due camper, di un’auto, di alcune moto, di un pezzo di terreno e di tre conti correnti. Per la Divisione Anticrimine della Questura si tratta di beni messi assieme in maniera illegale. Appartengono a Marco Lovacovic, 51 anni e ai figli Louis, e Marili, rispettivamente di 36 e 22 anni.
Per la polizia la famiglia non ha reddito da lavoro per poter giustificare quanto è stato proposto di sequestrare. Ora sarà il tribunale a decidere se accettare la proposta di sequestro. Per la polizia si tratta di beni messi assieme con attività illecita.
La famiglia Lovacovic, sinti stanziali, pur avendo una casa a Mira passa gran parte dell’anno in un appezzamento di terra in via Terraglietto dove ha sistemato alcuni camper dove, due settimane fa, per un misterioso incendio sono andati distrutti alcune moto, delle roulotte e un’auto e dove lo scorso anno la polizia ha fatto irruzione trovando merce rubata proveniente da mezza Italia. La polizia ha sequestrato refurtiva per un valore di quasi centomila euro. Si tratta di moto d'epoca, Vespe, attrezzi a motore per il giardinaggio, macchine fotografiche, trattorini, iPod e preziosi vari. Ad arrestare l'intera famiglia Lovacovic furono gli agenti del commissariato di Mestre in collaborazione con i colleghi delle volanti. In manette finirono in cinque, assieme ad altre sei persone sono stati anche denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. Tutto ha inizio quando una pattuglia del commissariato, cerca di controllare un furgone, lungo il Terraglio. L'automezzo è seguito a breve distanza da un'auto. Entrambi procedono a bassa velocità e il furgone sembra carico. Il conducente però non si ferma all'alt dei poliziotti e prosegue imboccando a forte velocità via Terraglietto, seguito dall'auto.
Entrambi i veicoli alla fine di via Terraglietto, a ridosso della tangenziale di Mestre, entrano in un campo recintato e chiuso da un cancello. Gli agenti chiedono rinforzi in commissariato, da dove tutti gli uomini disponibili escono. La centrale operativa invia anche alcuni equipaggi delle volanti. Nel frattempo un primo gruppo di poliziotti è entrato nel campo. Ben presto vengono affrontati dai nomadi che vi abitano e da loro parenti che sono ospiti, in questo momento, nell'area. Impediscono ai poliziotti di controllare i furgoni e le baracche che ci sono nel campo realizzato in un terreno di proprietà dei Lovacovic. Inizia il controllo ed è come svuotare il vaso di Pandora, esce di tutto. In ogni angolo del campo c'è refurtiva . Si tratta di oggetti rubati in mezza Italia negli ultimi dieci anni. Refurtiva proveniente da colpi compiuti a Rimini, Reggio Emilia, Vicenza, Verona, Trento, Mestre, in provincia di Venezia e in altre zone del Nord Italia. Tra i pezzi recuperati anche una Moto Guzzi del 1925, del valore di 30 mila euro.
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