Falso medico procurò lesioni al neonato: ora il piccolo non può muovere le braccia
DOLO. Ha esercitato per 40 anni anche come primario ma non era neppure medico. Questa la sconcertante vicenda che emerge da una indagine della Procura della Repubblica di Venezia coordinata dal Pm Giorgio Gava nei confronti del “dottor” Andrea Stampini al centro di una vicenda che ha visto un neonato riportare gravissime lesioni all’ospedale di Dolo. Il fatto era successo il giorno di Santo Stefano del 2014.
Da qui è scattato un esposto dei genitori e dalla Procura della Repubblica di Venezia è partita una indagine che ha portato a scoperte allucinanti. Da quanto riporta il quotidiano trentino “L’Adige” Stampini che ha lavorato per anni come primario all’ospedale di Riva del Garda, a Bologna dove asseriva di essersi laureato non ha conseguito alcuna laurea, e per questo l’Ordine dei Medici di Ferrara a cui era iscritto lo ha cancellato dall’elenco con una motivazione chiarissima: “non sussistono all’origine i requisiti per l’iscrizione all’albo professionale”.
La vicenda che ha portato lo scorso anno Stampini alle cronache è quella denunciata all’Asl 13 dal Tribunale del malato da una coppia giovane di Camponogara che si era recata nel giorno di Santo Stefano a far partorire il figlio. Era di turno, appunto “il dottor” Andrea Stampini un medico cosiddetto a gettone, che ha insistito affinché fosse effettuato un parto naturale e non cesareo. Il piccolo è nato vivo ma sofferente ed è stato urgentemente trasferito a Padova. A 10 mesi di distanza i danni sul piccolo sono gravissimi ma ci vorrà ancora qualche anno per capirli appieno.
I genitori del bambino quando hanno appreso in questi giorni che Stampini non è medico sono rimasti sconvolti. Il Tribunale del Malato denunciò a dicembre subito il fatto all’Asl 13 con l’avvocato Silvia Sorrentino e ha subito aperto una posizione assicurativa (cioè di fatto una richiesta di risarcimento). Pesantissime critiche erano arrivate dal Comitato Bruno Marcato all’Asl 13 per la scarsità di personale e l’assenza del primario tutti i giorni nel reparto. Ora si apre un problema grande come una casa su come funzionano i controlli dei titoli per professioni delicate come quella medica.
«C’e da domandarsi», si chiedono alcuni medici dell’Asl 13, «come mai prima non si fa, su chi lavora sulla salute della gente, una verifica qualitativa, verificando curriculum in cui siano inclusi i precedenti stilando graduatorie a cui attingere».
L’avvocato del “medico” infine si difende dicendo che la laurea il suo assistito ce l’ha ma non l’ha mai ritirata e lo stesso però non ha affrontato l’esame di abilitazione.
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