False scarpe della Riviera scoppia la guerra legale
VIGONOVO. Scoprono dei siti che commercializzano prodotti copiati dai loro in maniera truffaldina e li denunciano dando incarico per bloccare questo traffico di scarpe e marchi contraffatti per difendere il Made in Italy e la qualità delle scarpe prodotte in Riviera del Brenta.
Erica e Monia Masiero, titolari a Vigonovo del calzaturificio “Lorenzo Masiero Srl” un’azienda di scarpe da donna, specializzata in produzione di stivali in nappa, abbigliamento e pellami elasticizzati, non sono rimaste con le mani in mano. Il calzaturificio si trova a Vigonovo in zona artigianale e la produzione viene fatta interamente in Italia.
«Abbiamo scoperto», spiegano, «che diversi siti specializzati nella vendita di scarpe usavano il nostro nome e marchio per poter vendere calzature che ovviamente non erano le nostre. C’era la possibilità in questi siti esteri, di fare ordinativi di scarpe del nostro calzaturificio anche a centinaia di paia. Ovviamente si trattava di scarpe false, o anche di una truffa online. Per questo abbiamo dato incarico al nostro legale, l’avvocato Federico Gallo in collaborazione con l’avvocato Sergio Francini, di agire in ogni modo possibile per tutelare le nostre produzioni».
Le scarpe “Masiero Lorenzo Srl” vengono esportate in tutto il mondo: Europa, Russia, Cina, Australia, America e vengono apprezzate per il loro comfort, stile, qualità e prezzo.
Le linee prodotte sono due: classica e vintage. La modelleria e lo stile vengono ideati interamente in azienda, che conta decine di dipendenti e i fatturati sono in crescita.
«Siamo certe», spiegano Erica e Monia Masiero, «che fatti del genere si verificano sempre più spesso e le calzature della Riviera del Brenta vengono confuse in questo modo con produzioni provenienti da chissà dove».
Sulla vicenda interviene anche il sindacato che ripropone con forza il Marchio della Calzatura della Riviera del Brenta. «L’adesione al marchio doc della Riviera», spiega per la Filctem Cgil, il segretario provinciale Riccardo Colletti, «è importantissima. Ad ora hanno aderito su 900 solo 5 aziende e cioè lo 0,5 % una cifra irrisoria in termini di partecipazione. Se il mercato fosse a conoscenza del Marchio e questo fosse promosso truffe online e contraffazioni avrebbero le gambe corte».
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