Falsa rapina, denunciato un vigilante mestrino

Il colpo all’Iper di Preganziol fruttò 700 mila euro: arrestata la guardia giurata che guidava il furgone della Civis, l’amico sospettato di aver pianificato il piano
zago agenzia foto film preganziol rapina porta valori via baratta nuova
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MESTRE. Le modalità della rapina all’Iper di San Trovaso, a Preganziol, non avevano mai convinto del tutto gli investigatori della Squadra Mobile di Treviso. E così, dopo mesi di indagini, gli agenti hanno messo le manette ai polsi (con le accuse di peculato e simulazione di reato) alla guardia giurata che quel 15 luglio dell’anno scorso aveva il compito di guidare il furgone della Civis con a bordo oltre 700.000 euro, leggi Gianluca Schisano, 37 anni, residente a Villorba ma domiciliato a Giugliano (Napoli). Nei guai sono finite altre due persone, denunciate: il fratello di 33 anni e un loro amico di 27 anni di Mestre, dipendente di un’altra agenzia di trasporto valori. L’operazione nel complesso ha portato a 14 perquisizioni in tutta Italia e le perquisizioni sono state svolte tra le province di Venezia, Napoli e Foggia nei confronti di amici vicini agli indagati.

Quel 15 luglio il furgone, che aveva già caricato in precedenza altro denaro, era giunto al supermercato per raccogliere l’incasso all’Iper di San Trovaso di Preganziol. Schisano, che guidava il portavalori, riferì che i malviventi avevano messo dei candelotti di dinamite (poi risultati falsi) sul parabrezza del furgone costringendolo ad aprire il mezzo, farli salire a bordo, e guidarlo in una via poco distante, dove furono prelevati i sacchi col denaro prima di fuggire e far perdere le loro tracce.

A dare l’allarme era stato il collega che, una volta uscito, non aveva trovato il furgone e aveva sospettato una possibile azione criminosa. Gli agenti della Squadra Mobile non hanno mai creduto fino in fondo alla versione raccontata da Schisano, che da allora si è messo in malattia per otto mesi dalla Civis. In particolare, l’uomo aveva detto che i malviventi gli avevano legato le mani con delle fascette da elettricista. Sui polsi però non aveva alcun segno.

Gli agenti, dopo mesi di indagini, sono riusciti ad appurare che Schisano aveva finto di essere stato sequestrato, consentendo in questo modo ai complici di fuggire subito dopo il colpo. Gli investigatori si erano subito insospettiti anche dal fatto che Schisano aveva spostato il furgone fuori dal “controllo” visivo del collega della Civis e delle telecamere del supermercato, accertando poi che l’uomo aveva problemi economici e conduceva una vita al di sopra delle sue possibilità. Schisano è stato licenziato così come il collega che era con lui il giorno della finta rapina, anche se quest’ultimo pare sia estraneo al fatto. Il fratello e l'amico di Schisano, secondo la polizia, avrebbero contribuito a pianificare l'assalto, svolgendo, tra l'altro, sopralluoghi nell’area del supermercato.

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