Fallita Emmebi, trenta lavoratori a casa
SAN STINO. Fallimento per un’azienda storica sanstinese: la Emmebi sas, azienda di levigatura di accessori per mobili, chiude e lascia a casa 30 lavoratori, in gran parte donne.
Alla base della crisi la difficoltà di incassare i propri crediti. Sarà un Natale amaro per una trentina di famiglie dato che i portoni della Emmebi non si riapriranno con il nuovo anno. L’azienda, presente a San Stino da moltissimi anni, era specializzata nella levigatura e verniciatura per il settore legno per conto terzi. Il tribunale di Pordenone ha dichiarato nei giorni scorsi il fallimento della Emmebi sas nominando giudice delegato Francesco Petrucco Toffolo e curatore fallimentare Luca Gaiotti con studio a Conegliano. L’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato è stata fissata per il prossimo 8 marzo alle 10.
La crisi del settore legno non ha risparmiato la Emmebi che nonostante la crisi aveva sempre continuato a lavorare: nel 2011 era ricorsa alla cassa integrazione straordinaria per alcuni dipendenti collegata ad un piano di ristrutturazione aziendale, ma la produzione non si era mai fermata. All’inizio di quest’anno la crisi si è acuita: a maggio erano stati sospesi in cigs a zero ora una quindicina di dipendenti, mentre gli altri quindici continuavano a lavorare. Le commesse non sono quindi mai mancate: a mettere in ginocchio la Emmebi la difficoltà di riscuotere i propri crediti, in collegamento anche ai fallimenti delle aziende clienti, essendo la Emmebi una ditta che lavorava per conto terzi e che non aveva un prodotto suo. I lavoratori avanzano in media dai tre ai quattro stipendi, oltre a spettanze varie e tfr, e da circa cinque anni non sono stati versati i contributi della previdenza complementare. «La nostra preoccupazione più grande», spiega Alberto Franzo della componente segreteria Filca Cisl Venezia, «è rivolta a questi trenta dipendenti e alle loro famiglie che si trovano a fare direttamente i conti con la crisi; una crisi che continua a creare problemi soprattutto sul versante occupazionale. Inoltre il 90% dei dipendenti della Emmebi è formato da donne, anche con una lunga esperienza lavorativa, cosa che rende meno probabile un loro reinserimento nel mercato del lavoro perlomeno in tempi brevi». Il sindacato è preoccupato anche per il problema dell’occupazione giovanile. «Dai 46 lavoratori del 2011, con pensionamenti e persone che sono passate ad altri impieghi, la Emmebi ora contava 30 dipendenti», sottolinea Franzo, «Per queste persone stiamo già attivandoci per presentare la domanda di mobilità. La nostra preoccupazione va all’occupazione giovanile, in quanto le aziende come questa davano un ricambio generazionale e servivano nel territorio per occupare anche molti giovani».
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