L’entomologo Timossi studia la falena veneta che ama il Limonium

La ricerca è in corso tra Campalto e Tessera e riguarda l’insetto che si è insediato nelle barene della laguna

Mitia Chiarin
L'entomologo Giovanni Timossi
L'entomologo Giovanni Timossi

La barena di Campalto è anche terreno di ricerca scientifica. Un ricercatore naturalista indipendente, il dottor Giovanni Timossi, entomologo della Società Veneziana di Scienze Naturali, con la sua EntomoResarch, ha installato una postazione di studio in mezzo alla barena, tra Campalto e Tessera. Serve per lo studio della biologia di una falena: il bombice delle barene, nome scientifico Malacosoma (Clisiocampa) castrensis veneta (Standfuss, 1884).

Timossi studia i lepidotteri e conduce la ricerca patrocinata dalla onlus Wearehere Venice. Dalle intuizioni di naturalisti veneziani dell’Ottocento studia questa falena che nell’area di Venezia ha creato una specificità che la fa vivere in armonia con le barene.

L’insetto legato alle barene della laguna

«È una specie legata strettamente alle barene della laguna di Venezia. È stata descritta come sottospecie. La particolarità di questa falena veneta è che il bruco cresce esclusivamente nutrendosi di Limonium. È un fenomeno di speciazione, di evoluzione di una specie che è diventata endemica della laguna di Venezia».

Si può trovare fino a Grado e Caorle «ma con la ricerca non ci sono ancora arrivato», spiega il ricercatore. Il Limonium, dai bellissimi fiori viola, è la casa dei bruchi di Bombice.

Lo studio di Timossi punta a conoscere la biologia di questa falena. Con la pubblicazione di un articolo scientifico, si potrebbe classificarla come specie, dando valore ulteriore di tutela alla barena, secondo la direttiva habitat.

Lo studio

«Ci sono tanti aspetti da capire: la successione delle diverse mute del bruco e cosa succede ai bruchi quando si alza la marea o come si nutrono», dice Timossi. «In questo momento a Campalto ci sono 70-80 piccoli bruchetti, appena usciti dall’uovo, su cui effettuo uno studio controllato. Tantissimi i punti di domanda e tantissime le incognite». Curiosità: i bruchi nascono tutti tra il 17 e il 18 marzo e crescono fino a fine maggio. Poi tessono un bozzolo d e a metà giugno volano le falene. Nell’Ottocento era così tanto diffusa che venne studiata per un possibile utilizzo commerciale della seta, che risultò meno tenace di quella dei bachi. Oggi gli esemplari sono pochi. Il ricercatore ha chiesto aiuto all’associazione La Salsola per sorvegliare l’area di studio.

Le foto

Foto Timossi
Foto Timossi

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