Falda inquinata, svuotata la vasca
Il cromo esavalente sigillato in fusti stagni. E’ stato trovato anche nichel
MUSILE. C’era anche nichel, oltre a uno spaventoso quantitativo di cromo esavalente, nella vasca dei veleni sequestrata all’interno dello stabilimento della Cromatura Piavense Srl di Musile. A confermarlo sono i risultati definitivi delle prime analisi condotte dall’Arpav. Ieri, intanto, la cisterna è stata finalmente svuotata sotto il controllo dei vigili. Per mezzo di due pompe, il suo pericoloso contenuto è stato travasato in speciali fusti, poi ermeticamente sigillati. Il tutto, questa volta, alla presenza di vigili urbani e tecnici del Comune. Il miscuglio di acqua e veleni è stata trasferita in otto fusti da un metro cubo ciascuno. Il quantitativo complessivo della sostanza trovata è risultato inferiore rispetto ai 25 metri cubi calcolati all’inizio. I bidoni, sigillati, sono rimasti all’interno dell’impianto, perché tuttora sotto sequestro.
«Il problema non è definitivamente risolto, perché adesso questi fusti andranno smaltiti - spiega l’assessore all’ ecologia, Alberto Teso - Ma era essenziale svuotare la vasca, per scongiurare il rischio che il cromo potesse fuoriuscire ancora dalle crepe. Ora l’area è messa in sicurezza». Resta il problema dell’inquinamento che si è prodotto finora. Le prime analisi hanno rivelato la presenza, oltre al cromo esavalente, di nichel. Resta ora lo spaventoso problema dell’inquinamento con cromo esavalente e nichel (due tra i metalli più pericolosi per l’uomo, capaci di mutarne il dna). Solo lunedì si conosceranno i responsi ufficiali delle analisi compiute dall’Arpav sui canali Mincio di Levante e sulla falda, dati peraltro già ampiamente anticipati alle forze dell’ordine e ieri dal nostro giornale.
Ma gli stessi tecnici comunali non hanno dubbi sull’inquinamento della falda anche solo dal punto di vista idraulico: in quel punto essa è posta solo a tre metri di profondità. Ora resta la speranza che l’inquinamento possa essere localizzato. Al momento le analisi escluderebbero, in particolare, una contaminazione del Mincio di Levante, ma per altri esperti sarebbe solo questione di tempo. Per esserne sicuri, tuttavia, bisognerà attendere lunedì. Di certo non è vi alcun collegamento diretto tra la cisterna e il canale. Ma in realtà esiste un pozzo della zona, che avrebbe potuto fare da collettore. Per questo prelievi sono stati compiuti anche nel pozzo. Quanto al ventilato trasferimento dell’azienda in un nuovo sito, tecnologicamente avanzato, il Comune, stando alle indiscrezioni, non sarebbe contrario, purché prima la proprietà provveda a bonificare e mettere in sicurezza il sito.
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