«Fake news in Austria». L’assessore Coletto replica agli allarmismi
JESOLO. I tedeschi del Der Spiegel avevano posato una rivoltella nel piatto di spaghetti per denigrare l’Italia in una famosa copertina. Adesso gli austriaci ci hanno pensato con la West Nile e terrorizzare i loro lettori parlando delle spiagge della costa veneziana. Ora interviene anche l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto a rassicurare i turisti.
Intanto qualcuno ci specula e al lido in un market è stato segnalato uno spray Autan a 11,20 euro, il doppio del prezzo normale. E scoppia la polemica. Una turista ha denunciato la “cresta” in questo market nella zona di piazza Mazzini. «Cercavo un repellente per paura della West Nile e cosa trovo», racconta, «qualcuno che ci fa la cresta in un market di piazza Mazzini, invece di “regalarlo”. Potrebbe essere un’iniziativa interessante da parte di amministrazione e associazioni di categoria per evitare la fuga di turisti».
L’assessore Coletto si rivolge invece alla stampa straniera. «L’allarme West Nile è destituito di ogni fondamento», irrompe l’assessore regionale alla sanità, «dettato da ignoranza, sensazionalismo o, peggio ancora, da premeditazione a sfondo commerciale. Preconfezionare bufale è una tradizione di certa informazione teutonica come quando, anni fa, un giornale tedesco titolò “Alghenpest “ mentre i suoi lettori e i loro connazionali facevano beatamente il bagno sulle coste venete». L’assessore Coletto ritiene dunque “grossolane falsità” le notizie allarmistiche sulla questione della West Nile, pubblicate da alcune testate austriache. Nei giorni scorsi ci aveva pensato anche l’assessore al turismo di Jesolo Flavia Pastò, a rassicurare i turisti italiani e stranieri sulla scorta delle informazioni ricevute sugli articoli allarmistici comparsi sulla stampa oltre i confini affollatissimi di Tarvisio. A Jesolo era stato trovato il primo pool di zanzare infette, alimentando polemiche sulla disinfestazione, mentre nel Veneto orientale sono stati riscontrati, per lo più nell’entroterra sandonatese e portogruarese, 8 casi di contagio senza alcun decesso. «La realtà è ben altra», dice Coletto, «perché il contagio è limitato ad alcune decine di casi su milioni e milioni di persone presenti in Veneto e nessuno è riconducibile con certezza a un periodo di presenza sulle spiagge». —
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