Faida e rissa in famiglia tutti liberi e scarcerati
SAN DONÀ
. I carabinieri di San Donà hanno accompagnato in aula i quattro arrestati in manette, ma alla fine dell’udienza davanti al giudice del Tribunale di Venezia Sara Natto se ne sono andati del tutto liberi. Il magistrato, infatti, dopo aver convalidato il loro arresto compiuto dai militari dell’Arma, ha deciso per la loro scarcerazione, respingendo anche la richiesta del pubblico ministero, il quale si era battuto per un provvedimento di obbligo di firma per tutti. In manette erano finiti il 44enne Raffaele Marra, i figli Luigi e Vittorio, di 26 e 21 anni, e Francesco Palumbo, 24 anni, tutti residenti a San Donà, ma originari di Napoli. Il giudice veneziano ha anche fissato la data dell’udienza in cui verranno processati, il 30 gennaio, dopo che i difensori hanno chiesto i termini a difesa per poter esaminare la documentazione dell’accusa. I quattro sono accusati di rissa.
I fatti sono avvenuti sabato scorso in pieno centro e avevano sollevato discussioni e polemiche, anche perché erano accaduti appena pochi giorni dopo l’accoltellamento da parte di Silvano Maritan di Alessandro Lovisetto, che aveva perso la vita e anche in quel caso tutto era accaduto in pieno centro.
Questa volta la rissa è terminata “solo” con due feriti leggeri, ma anche in questo caso almeno due dei protagonisti avevano estratto i coltelli e proprio per questo avrebbe potuto finire ben peggio.
Protagonisti i componenti di una famiglia napoletana che abita nella zona di piazza Rizzo. In tutto sono state coinvolte quattro persone, ma la lite inizialmente è iniziata tra Raffaele Marra e il genero Palumbo, entrambi armati di coltello (il più anziano aveva poi dovuto ricorrere ai medici del Pronto Soccorso dell’ospedale). La follia è esplosa ieri verso mezzogiorno. Il genero si sarebbe presentato sotto casa del suocero, poco distante da piazza Rizzo, per un chiarimento su una questione familiare che si trascinava ormai da tempo. Era armato di coltello. Il suocero era sceso, anche lui armato di coltello, seguito poco dopo dai due figli, Luigi e Vittorio.
La lite sarebbe stata subito violenta e finita a coltellate proprio davanti alla caserma della guardia di finanza. Alcuni testimoni hanno detto di aver sentito delle grida provenire da via XVIII Aprile e di aver visto della gente che correva freneticamente da una parte all’altra, tra la via e la vicina piazza Rizzo.
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