Faceva stalking alla madre e ai tre fratelli
CAORLE. È accusato di aver reso per anni un inferno la vita alla madre e ai tre fratelli, con vessazioni di ogni tipo: ingiurie, percosse, maltrattamenti, molestie, minacce di morte, pedinamenti, insulti, fino a quando il lancio di un sacco carico di escrementi contro uno di loro, nel bel mezzo di una via di Caorle, non ha fatto traboccare il vaso della pazienza e i tre fratelli e la madre hanno presentato denuncia contro in congiunto.
Un giudizio che però rischia di arrivare troppo tardi, perché anche se il clima in famiglia non è certo migliorato in questi anni, la sentenza potrebbe giungere proprio alla vigilia della prescrizione dei reati contestati.
Ieri, davanti al giudice Enrico Ciampaglia, si è svolto infatti il processo per maltrattamenti in famiglia e stalking a carico di S.G., 53 anni: la Procura ha chiesto una condanna a 2 anni di reclusione, le parti civili 50 mila euro di risarcimento, ma la discussione si è trascinata fino al tardo pomeriggio, oltre l’orario di straordinario delle cancellerie e così il giudice ha rinviato l’udienza per la lettura della sentenza al 2 maggio, a poche ore dalla possibile prescrizione. Una condanna - rileva comunque l’avvocato di parte civile Fonte - varrebbe ai fini del diritto delle parti al risarcimento.
È una lunga e triste storia di soprusi quella raccontata dal capo d’imputazione: dall’accusa di maltrattamenti in famiglia, percosse e soprusi nei confronti della madre, dei due fratelli e della sorella, a quella di stalking per averli più volte minacciati, provocando in loto «un perdurante e grave stato di ansia e paura per la propria incolumità». Un fratello veniva minacciato con il pugno ad ogni incontro, ad un altro aveva gridato: «Adesso sarà il tuo turno, ti strapperò gli occhi, te la farò pagare anche a te mafioso, ladro, delinquente», colpendolo poi «con un involucro contenente escrementi in in luogo affollato e centrale, attuando altre stravaganze simili che costringevano il fratello a cure mediche». Un episodio che ha fatto scattare anche l’ulteriore accusa di violenza e minaccia per aver costretto l’uomo «a subire l’umiliazione di venir lordato da escrementi». Quanto alla sorella, veniva pedinata in auto, oltraggiata «in modo intimidatorio, costringendola a limitare i propri comportamenti». Fatti che risalgono al 2009: la Procura ha integrato con nuove accuse relative a maltrattamenti nel 2015, ma il giudice non ha accolto l’istanza. Martedì la sentenza, poi sarà prescrizione. (r.d.r.)
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