Faceva lavorare odontotecnico: condannato
ERACLEA. L’odontotecnico di Martellago, il 57enne Benito Ragno, non solo lavorava da dentista nel suo paese, addirittura nel sottoscala di casa sua, ma anche nello studio del vero dentista di Eraclea, Roberto Romoli. E il medico è stato condannato a un mese e dieci giorni di reclusione ieri dal giudice monocratico di Venezia per concorso nell’esercizio abusivo della professione. Stando alle accuse - a chiederne la condanna in udienza è stata la pubblico ministero Francesca Crupi - Romoli, vero dentista, avrebbe in qualche modo coperto l’attività di Ragno, che nello studio del medico di Eraclea non si limitava a svolgere l’attività di odontotecnico ma, come si dice in gergo medico, metteva le mani in bocca ai pazienti, circostanza vietata dalla legge a chi non ha conseguito la laurea in medicina e odontoiatria.
Un diploma da odontotecnico, una presunta laurea in odontoiatria conseguita in Polonia negli anni Ottanta, ma per l'Italia solo ed esclusivamente un falso dentista e per di più evasore. Ragno lo avevano scoperto i finanzieri del primo gruppo di Mestre. Lavorava ufficialmente come odontotecnico nello studio dentistico di Romoli a Eraclea. Ma da anni toglieva e curava denti abusivamente sia nello studio del suo datore di lavoro e pure a casa sua. Infatti in una villetta bifamiliare di Martellago, in mezzo al disordine assoluto e in condizioni igienico-sanitarie non garantite, aveva realizzato un piccolo studio dentistico dove svolgeva l'attività in nero. Prezzi decisamente favorevoli, ma nessuna ricevuta.
Avrebbe evaso il fisco per centinaia di migliaia di euro. Ed era stato denunciato anche per la detenzione di sostanze stupefacenti e per lo smaltimento illegale di rifiuti. I militari, infatti, gli avevano trovato anche diverse fiale di morfina e avevano scoperto che gettava nel cassonetto rifiuti speciali. Nel seminterrato di una villetta a schiera l'uomo aveva ricavato una stanza adibita a studio dentistico, con tanto di lettino medico, strumenti chirurgici, medicinali, tra i quali addirittura ingenti dosi di morfina, medicinale soggetto a particolari restrizioni, rientrando nella categoria degli stupefacenti, nonché bigliettini da visita con cui si spacciava per medico odontoiatra ed agende nelle quali prendeva nota delle visite. Inoltre, ulteriori conferme per gli investigatori, sono giunte da una paziente presente all'interno al momento dell'arrivo dei finanzieri che, ignara, ha confermato di essere in attesa delle prestazioni sanitarie del dentista, dichiarando, inoltre, di essere già da tempo in cura dall'uomo.
Giorgio Cecchetti
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