Faceva l’assistente sociale ora guida 130 missionari

CEGGIA. È femminile e viene dal Veneto Orientale il volto dell’ufficio missionario della diocesi di Vittorio Veneto. A reggere l’importante dicastero, che di fatto è il ministero degli esteri della...

CEGGIA. È femminile e viene dal Veneto Orientale il volto dell’ufficio missionario della diocesi di Vittorio Veneto. A reggere l’importante dicastero, che di fatto è il ministero degli esteri della diocesi, è stata chiamata Maria Grazia Salmaso, 43 anni, nata a Musile e per molto tempo residente a Ceggia, prima di spostarsi nel Trevigiano. Una donna, quindi, la prima con un posto di responsabilità così importante nella Curia vittoriese. Maria Grazia faceva l’assistente sociale per il Comune di Venezia, un posto di responsabilità, ma non ha avuto esitazioni a licenziarsi per assumere un compito così delicato. Di fatto coordina l’attività di formazione per quanti desiderano impegnarsi a favore delle missioni e tira le fila di oltre 130 missionari trevigiani diocesi, distribuiti in istituti e congregazioni diverse, che sono presenti in tutto il mondo.

Piena di passione, Salmaso ha le idee molto chiare. «La Chiesa batte col cuore del mondo e, come direbbe Papa Francesco, soprattutto col cuore dei più poveri, a cominciare da chi patisce la fame». Maria Grazia è stata spesso in Africa per portare aiuti quando coordinava un’associazione di volontariato. Non ha nessuna paura dell’Ebola. Anzi, mette in guardia dalle strumentalizzazioni. «Ce ne sono troppe, in questo modo si rischia di ghettizzare tutta l’Africa. Le precauzioni ci vogliono perché si tratta di un’epidemia pericolosa, ma guai a generalizzare». E sull’accoglienza dei profughi: «Noi che facevamo la fame e che abbiamo girato il mondo per lavorare e mangiare, dovremmo essere i primi ad aprire le nostre case». Maria Grazia, però, non vuol fare politica. «Con la Chiesa continueremo ad inchinarci sull’uomo piegato dalla sofferenza senza guardarlo in faccia». (f.d.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia