Fa sparire oltre tre milioni dalla società con un trucco informatico

La guardia di finanza scopre una segretaria infedele che aveva alleggerito i conti dell’impresa per cui lavorava. Aveva reinvestito la somma in case, auto e quote societarie

JESOLO. La villa in montagna, la casa a Jesolo, auto di lusso e quote societarie. Peccato fossero frutto di una mega truffa architettata da una segretaria infedele.Dall’alba di oggi le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia, su delega della locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo perquisizioni e sequestri di beni mobili, immobili e autovetture, tra i quali spiccano una villa situata a Borca di Cadore (BL), un immobile a Jesolo, un’autovettura di lusso e quote societarie per oltre un milione di euro.

I provvedimenti si inseriscono nel quadro di indagini nate a seguito della querela di un imprenditore trevigiano nei confronti di una propria ex dipendente, la quale al termine delle investigazioni è risultata aver sottratto illecitamente circa 3,2 milioni di euro dai conti correnti delle società presso cui lavorava.

Numerose sono le condotte truffaldine accertate: ripetuti e ingiustificati prelevamenti operati sul canale “home banking”, apposizione di firme false su assegni e disposizioni di bonifico, indebite percezioni dei propri compensi.

Una volta prelevate le somme, la segretaria infedele provvedeva ad accreditarle su propri conti personali, per reinvestirle in acquisizioni mobiliari ed immobiliari (anche tramite l’interposizione di una società) ovvero per reimpiegarle in vari modi a beneficio di se stessa e dei suoi due figli, destinatari anch’essi degli ingenti proventi dell’attività illecita.

Dopo un anno di indagini, svolte anche attraverso accertamenti bancari eseguiti su movimentazioni per oltre 10 milioni di euro, i finanzieri del Nucleo PT di Venezia hanno ricostruito l’intero giro d’affari dell’attività fraudolenta, che si protraeva ormai da anni, e individuato la destinazione di gran parte del patrimonio sottratto.

L’ex segretaria, una cinquantenne residente a Vittorio Veneto (TV), dovrà ora rispondere dei delitti di frode informatica, truffa aggravata, accesso abusivo a sistemi telematici e falsità, mentre i suoi due figli sono indagati per truffa, ricettazione e falso.

Le indagini sono tuttora in corso, al fine di delineare eventuali ulteriori illeciti commessi dalla segretaria.

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