Fa rapinare e picchiare il fidanzato

Chioggia. La donna con la complicità della madre ha organizzato l’assalto alla pompa di benzina del “moroso”: a processo
Un distributore di benzina fotografato il 2 gennaio 2012 a Pisa. .ANSA/FRANCO SILVI
Un distributore di benzina fotografato il 2 gennaio 2012 a Pisa. .ANSA/FRANCO SILVI

CHIOGGIA. Avrebbe organizzato la rapina con conseguente violenza nei confronti del fidanzato e per portarla a termine aveva anche reclutato gli esecutori. E l’ideazione del «colpo», poi portato a termine, sarebbe avvenuto assieme alla madre. Questa la pesante accusa mossa dalla pubblico ministero di Venezia Elisabetta Spigarelli nei confronti di Marzia T. (35 anni di Codevigo) e Patrizia F. (57 anni, di Chioggia). Le due donne si sarebbero rivolte a due amici, i fratelli Mattia e Gianmarco G. (rispettivamente 39 e 20 anni, entrambi di Padova), che avrebbero avuto l’incarico di assoldare colui che ha materialmente commesso la rapina, Giuseppe S. (21 anni di Piove di Sacco). Il pubblico ministero lagunare ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti per concorso in rapina e lesioni e ieri si sono presentati davanti al giudice dell’udienza preliminare Marta Paccagnella, che ha rinviato l’appuntamento all’1 febbraio del prossimo anno.

La rapina sarebbe stata commessa il 15 giugno dello scorso anno: il fidanzato di Marzia T. lavorava presso il distributore di benzina “BC” di Valli di Chioggia: lei non si sarebbe limitata ad avere l’idea e a reclutare gli esecutori, ma avrebbe accompagnato nei pressi del distributore di Valli il rapinatore che doveva mettere a segno il «colpo». Lui si era avvicinato dopo essersi abbassato il passamontagna. Con una pistola caricata a salve (ma il malcapitato benzinaio non lo sapeva) lo aveva minacciato. Naturalmente era a conoscenza di tutti i particolari, tanto che dopo aver ottenuto i soldi della cassa, gli aveva intimato: «Dove sono gli altri soldi?». In quel modo era riuscito a racimolare 13 mila 500 euro, nonostante questo, però, prima di andarsene aveva duramente picchiato in testa, con la pistola, il benzinaio. Il giovane - adesso ha 34 anni - aveva riportato, oltre la frattura di un dito e la lussazione di un altro - un trauma cranico che i medici dell’ospedale avevano giudicato guaribile in 25 giorni.

Stando al capo d’imputazione, uno dei fratelli G., Mattia, assieme alle due donne avrebbero ideato la rapina, in particolare la fidanzata del benzinaio avrebbe fornito gli orari migliori per mettere a segno il «colpo» e avrebbe rivelato i particolari perché tutto andasse a buon fine. I due fratelli G., Mattia e Gianmarco, avrebbero reclutato l’esecutore materiale, il giovane Giuseppe S., il quale prima di presentarsi con la pistola in mano si era fatto accompagnare nei pressi del distributore di Valli e, inoltre, aveva utilizzato la fidanzata del rapinato anche per allontanarsi dal luogo del «colpo». Ieri, il giovane benzinaio e il proprietario del distributore “BC” si sono costituiti parte civile: il primo per le gravi lesioni riportate e per il lungo periodo in cui è rimasto assente dal lavoro, il secondo per il danno economico subìto a causa dei soldi rapinati. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gabriele Civello, Ettore Santin, Marilena Giovanna di Guardo, Lorenza Gambaro, tutti di Venezia, e dal padovano Marco Vendramini.

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