Excelsior, sequestrati cupola e suite

I vigili del fuoco e i poliziotti hanno recuperato l’attrezzatura della ditta che svolgeva i lavori: c’era una bombola di gas
Di Giorgio Cecchetti
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 30.04.2014.- Incendio all'Hotel Excelsior del Lido di Venezia.- Nella foto Vigili del fuoco sulla cupola per domare l'incendio.-
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 30.04.2014.- Incendio all'Hotel Excelsior del Lido di Venezia.- Nella foto Vigili del fuoco sulla cupola per domare l'incendio.-

Non potrà essere utilizzata certo entro breve la lussuosa suite dell’Excelsior che la ditta lidense «De Martino Costruzioni srl» avrebbe dovuto consegnare a chi gestisce l’albergo entro il prossimo 31 maggio. Non tanto perché gli interventi di rifacimento non saranno conclusi, bensì a causa dell’intervento della Procura, che proprio ieri ha disposto il sequestro della cupola e, naturalmente, dell’area interna sotto il tetto che si è incendiato per dare la possibilità per ora ai tecnici dei Vigili del fuoco, che proprio ieri hanno concluso il loro intervento in emergenza, di ricostruire l’accaduto, in particolare di spiegare in quale modo si siano sviluppate le fiamme. In seguito il pubblico ministero che seguirà l’indagine potrebbe affidare ad un consulente la perizia tecnica.

I pompieri e gli uomini del Commissariato del Lido hanno confermato che, nell’appartamento in ristrutturazione c’era una bombola di gas, presumibilmente di butano, che è quello normalmente utilizzato per alimentare il cannello a gas. Cannello che ha la funzione di riscaldare superfici o fondere materiali oggetto di particolari lavorazioni. In edilizia viene solitamente utilizzato per riscaldare i grandi fogli di tela catramata utilizzata per impermeabilizzate i tetti, una pratica vietata a Venezia (si possono stendere anche a freddo) perché ha provocato decine di incendi. Il cannello, infatti, lascia cadere scintille che finiscono su travi vecchie di anni o addirittura di secoli, che inizialmente bruciano lentamente, come si trattasse di una brace, e improvvisamente, spesso per un colpo d’aria, sviluppano le fiamme. Spesso succede dopo alcune ore che si è usato il cannello, durante la notte o nei momenti di pause dei lavori, quando non c’è nessuno a dare l’allarme.

Più che un incendio doloso, come lo sono stati quello del Teatro La Fenice (i colpevoli sono stati scoperti e condannati ed è stato chiarito anche il movente, i titolari di una piccola ditta non volevano far scoprire i ritardi dei lavori e poi il fuoco ha preso loro la mano) e quello del Molino Stucky (il responsabile non è mai stati scoperto anche se i sospetti su una persona c’erano, ma non le prove) un incendio dovuto a negligenza e disattenzione, quindi. Il titolare dell’impresa edile, Antonio De Martino, che tanto aveva puntato su questo lavoro che dava lustro alla sua piccola impresa, non si dà pace e sostiene che i lavori di posatura delle tele catramate era concluso da tempo, ma il cannello e la bombola del gas che serve ad alimentarlo era ancora là in alto, sotto la cupola. È già accaduto in altre occasioni, tra l’altro, che il cannello era rimasto acceso in un momento di pausa. Intanto, i clienti sono rientrati i n albergo: chi lo gestisce è corso ai ripari in fretta rispetto ai danni provocati dal fuoco, ma anche dall’acqua, tanta, che i pompieri hanno dovuto usare per spegnere le fiamme. Tra l’altro una parte proveniva dal bacino dove attraccano i taxi, acqua della laguna e quindi salata.

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