Ex villa Panto di pregio storico area protetta già nel ventennio

Jesolo. Inserita nelle costruzioni di lusso nel vecchio studio urbanistico, ora la Sovrintendenza dovrà stabilire se dare il via libera al progetto di un condominio a cinque piani al suo posto
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - VECCHIA CARTINA TOPOGRAFICA DI JESOLO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - JESOLO - VECCHIA CARTINA TOPOGRAFICA DI JESOLO

JESOLO. Il lusso era già di casa a Jesolo nel 1928. Come una vecchia pergamena consunta, la foto del primo piano regolatore conferma quello che la sovrintendenza sta esaminando in questi giorni dopo che al Comune di Jesolo è stato presentato il progetto per la demolizione della ex villa Panto di piazza Casabianca. Ora l’interrogativo è se questi complessi siano effettivamente di pregio storico e quindi da vincolare.

Da accertare la sede del comando delle “SS” nella villa Panto, con tanto di prigione nell’interrato, il fatto che vi abbia soggiornato Galeazzo Ciano per l’inaugurazione del villaggio omonimo a Cortellazzo. Il blogger Claudio Vianello ha sollevato il caso temendo colate di cemento. Già nel ’28, in pieno Ventennio, era stato redatto uno studio urbanistico, antesignano del piano regolatore, caratterizzato da grandi polmoni verdi fino alla spiaggia e quattro fasce principali: la prima della “ville di lusso”, tra cui le quattro di piazza Casa Bianca, confinanti con l’omonimo hotel anch’esso dei primi Novecento, una seconda fascia definita “le ville”, meno lussuose, una terza fascia “negozi” e una quarta degli “ambiti rurali”.

Nelle fascia delle ville di lusso degli anni ’40, tra cui la futura Panto, caratterizzate da ampie aree verdi intorno all’edificato erano stati coinvolti, dai proprietari, famosi industriali milanesi e del Triveneto, i più importanti architetti e progettisti del tempo che a Jesolo avevano prodotto progetti già innovativi e di grande qualità. Così Marcello Piacentini, Mario Ridolfi, detto il sarto dell’architettura, Antonio Sant’Elia sarebbero sbarcati a Jesolo per creare delle architetture di pregio su commissione di questi grandi industriali, quali Zanussi, poi Falck delle acciaierie, negli anni Sessanta e molti altri, una sorta di preludio agli attuali progettisti di fama internazionale che stanno trasformando Jesolo oggi come Meier, Ferrater, Jan Nouvelle.

Evidente il richiamo alle architetture che imperversavano a Roma di pianta quadrata con colonnati, corti interne e piscina centrale per alcune, ampi salotti con vetrate a tutta altezza, per altre, con ballatoi interni a gustare il mare. Nel libro delle architetture del Novecento della regione Veneto infatti alcuni di questi edifici sono rappresentati- come la villa confinante con quella dell’ex Panto, con due corpi a L. Tutte hanno l’affaccio del salotto verso il mare la parte posteriore dedicata alla zona notte e ai servizi con rispetto dell’ambiente con altezze massime di due piani un patrimonio che solo Jesolo ha in questa striscia di frontemare che si scontra con una speculazione degli anni Settanta, che si è avuta successivamente. La proprietà della villa Panto con sede estera, tra la Svizzera e Canarie, vorrebbe realizzare un condominio di cinque piani fuori terra. La villa è stata acquistata per oltre sei milioni proprio dalla famiglia Panto. E su questo la sovrintendenza sta approfondendo i suoi studi prima di dare il via libera.

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