Ex Vida, contestata la vendita ai privati
Andate deserte tre aste, adesso la Regione vuole vendere il palazzo della “ex Vida” in campo San Giacomo dell’Orio a trattativa privata, suscitando la contestazione di tre associazioni culturali, “Omnia”, “About” e “Il Caicio”che, proprio con l’amministrazione regionale avevano in corso da mesi colloqui e incontri per trasformare quel vecchio edificio che prima aveva ospitato una trattoria e poi uffici, nella sede di un Centro di documentazione della Storia e delle Tradizioni popolari veneziane e venete. Le associazioni mercoledì 8 giugno, alle 18, hanno convocato in campo San Giacomo tutti i cittadini volonterosi che vogliono firmare un documento a sostegno del progetto da inviare al presidente della giunta regionale Luca Zaia e in quell’occasione lo illustreranno.
Le tre associazioni, in un comunicato, scrivono che «constatano con stupore come la Regione abbia deciso di intraprendere questo passo», nonostante da almeno sei mesi abbiano depositato negli uffici di Palazzo Balbi (quelli della presidenza, e degli assessorati alla Cultura, Turismo e Ambiente) il progetto di pubblica utilità. Ricordano, tra l’altro, che si sono svolti alcuni incontri durante i quali i funzionari regionali avevano espresso giudizi positivi sulla loro proposta, tanto che il progetto «viaggiava ormai spedito verso la definizione di una convenzione per l’uso dell’edificio ai fini della realizzazione del Centro».
La proposta, ideata dalla scrittrice e giornalista Giovanna Pastega, ha lo scopo di realizzare nello storico stabile un Centro regionale di documentazione, ricerca, promozione e divulgazione dedicato alla storia e alle tradizioni popolari veneziane e venete, specializzato in particolare nelle materie demo-etno-culturali e antropologiche. Il Centro mira infatti a diventare una sorta di piattaforma per la raccolta e la digitalizzazione, la conservazione e la divulgazione di documenti, reperti, memorie, supporti audio e video relativi alla cultura della civiltà popolare veneziana e veneta, nonché per la conoscenza e promozione delle tradizioni, degli usi, dei costumi, degli antichi mestieri, delle professioni, delle specialità culturali, artistiche, artigianali, delle memorie popolari legate alla storia urbanistica, culturale, politica e sociale della città di Venezia e di tutto il territorio veneto.
Il progetto, tra l’altro, tiene conto dell’origine della costruzione, edificato per ospitare la sede del primo Teatro stabile di Anatomia in laguna e dal 1700 in poi per ospitare una Scuola di ostetricia, uno dei luoghi importanti per la storia della medicina veneziana. Le associazioni in questo modo vogliono anche «difendere l’area di San Giacomo dalle speculazioni turistiche e commerciali d’assalto».
Giorgio Cecchetti
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