Ex Umberto I, incognita padiglioni Boraso: «Ma il pressing continua»

L’assessore incontra Carli (Dng): il parcheggio sembra salvo, ora andremo dal curatore fallimentare Per i creditori appuntamento in tribunale a marzo. I cittadini sollecitano un incontro alla giunta
Agenzia Candussi, giornalista Chiarin. Reportage sulla situazione dell'aerea dell'ex ospedale Umberto I, Mestre.
Agenzia Candussi, giornalista Chiarin. Reportage sulla situazione dell'aerea dell'ex ospedale Umberto I, Mestre.
«Il parcheggio è stato aperto con un comodato d’uso gratuito e per quello non dovrebbero esserci ostacoli nel continuare ad ospitare le auto anche se c’è un fallimento in corso. Sui padiglioni che il Comune attende diventino pubblici invece sarà necessario capire le intenzioni del curatore fallimentare. Certo è che di fronte a questa vicenda non si può non far emergere, con profonda amarezza, il ruolo del sistema bancario. Di certo noi non molliamo assolutamente l’osso».


L’assessore comunale Renato Boraso ieri ha discusso del presente, quello della procedura di fallimento che si concretizza il 18 aprile 2018 con la prima udienza in tribunale, con il portavoce della Dng, il trentino Marcello Carli. Un dialogo che da una parte ha in parte rassicurato, dice Boraso, escludendo scenari che possano portare a veder chiudere un parcheggio nel centro di Mestre, molto utilizzato per la vicinanza a piazza Ferretto e all’area del Candiani. Dall’altra rimangono tutte le perplessità sul futuro dell’area, quattro ettari in pieno centro a Mestre. A decretare il fallimento della Dng Spa è stato il tribunale di Venezia l Tribunale di Venezia su richiesta di Banca Intesa Spa. Un fulmine a ciel sereno arrivato mentre in città si attendeva la proposta di cordate di possibili investitori, che ora evidentemente attendono gli esiti della procedura di fallimento. Il giudice delegato Silvia Bianchi ha nominato come curatore la dottoressa Federica Candiotto, stimata e seria commercialista mestrina. Da quanto è possibile sapere entro marzo, i creditori dovranno farsi avanti con il tribunale per essere ammessi alla procedura di fallimento e le banche coinvolte nell’operazione sarebbero esposte per una quarantina di milioni sull’operazione ex Umberto I.


Rimane il nodo, fondamentale, dei padiglioni: alla fine del 2016 le banche avevano votato con i rispettivi consigli di amministrazione di togliere le ipoteche sui padiglioni per consentire il passaggio di De Zottis, Cecchini, Pozzan, della chiesetta al Comune di Venezia con una procedura che permetteva di acquisirli in pratica a costo zero, con le sole spese della procedura del notaio. Operazione che non è mai arrivata alla firma finale e che ora, il Comune di Venezia con l’assessore Boraso chiede invece sia portata a termine. Intanto restano in attesa di una risposta i 700 cittadini che con una lettera avevano chiesto un confronto con il sindaco sul futuro dell’area, che, abbandonata, ha finito con il desertificare un bel pezzo di centro cittadino. A quella lettera, finora, nessuno ha dato mai risposta.


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