Ex Umberto I, firma entro Pasqua per l’acquisizione dei padiglioni
«Prima di Pasqua si chiude con la firma dal notaio». L’assessore al Patrimonio Renato Boraso è ottimista, stavolta. La firma dal notaio Gasparotti ci sarà prima di Pasqua e i padiglioni dell’ex Umberto I passeranno al Comune. Anche l’ex ufficio filtro e Cup di via Antonio Da Mestre che rischiava di restare fuori dall’operazione di passaggio. Perché, si è scoperto, la Dng aveva comunicato a gennaio al Comune che gli istituti bancari garanti dell’operazione edilizia all’ex ospedale avevano deliberato l'accoglimento della richiesta di liberazione dal vincolo ipotecario, iscritto sugli immobili da cedere al Comune di Venezia ma in quella comunicazione era stato messo nero su bianco anche che risultava ancora iscritta una ipoteca a favore di Equitalia su uno dei beni da cedere al Comune di Venezia, ovvero l’ex Cup di via Antonio Da Mestre.
Nelle ultime determine della Direzione Patrimonio e Casa si precisa che la società Dng (in liquidazione) si «è attivata per far sì che detta iscrizione ipotecaria venga cancellata nell'immediato, per permettere il trasferimento del bene immobiliare al Comune di Venezia». I tempi per la firma dal notaio, conferma Boraso, si sono protratti per la presenza di questo vincolo che ora finisce con il gravare direttamente sui privati della Dng e non più sull’immobile che deve passare al Comune assieme agli ex padiglioni Pozzan, De Zottis e Cecchini (ex padiglioni ospedalieri), il complesso della “Casa Suore” e della “Chiesetta Neogotica” ed dell'ex Direzione Sanitaria su via A. da Mestre, (comprensiva degli spazi scoperti pertinenziali) che sono tutti immobili destinati ad attrezzature di interesse collettivo. Con questa operazione al Comune passano anche una area destinata a verde pubblico della superficie complessiva di17.717 metri quadri più l’area di circa 5 mila metri quadrati adibiti oggi a parcheggio che rimane aperto finché non partiranno i cantieri per costruire le torri previste dal progetto Dng. Torri per un albergo, spazi commerciali e residenza che pare abbiano dei compratori in vista ma che per molti sono simili ad un miraggio mentre la realtà è quella di un’area abbandonata.
L’operazione di acquisizione dei padiglioni verrà a costare alle casse comunali, stando una ad una determina del settore Patrimonio firmata dal dottor Barison, non più di 15 mila euro. Poi una volta acquisiti gli ex padiglioni si aprirà il confronto con la giunta comunale su cosa fare di questi spazi. E visto che in passato più volte la giunta Brugnaro ha avanzato l’ipotesi di una demolizione, anche parziale, il comitato “Mestre second life” ha interessato la Soprintendenza visto che si tratta di edifici storici vincolati.
Mitia Chiarin
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