Ex titolare del “King’s” accusato di appropriazione indebita
JESOLO. L’ex titolare di uno dei più noti locali della notte italiani, Gianni Gobbo del “King’s” di Jesolo, è indagato per appropriazione indebita di 400 mila euro: ad accusarlo l’ex sindaco Luigino Rossetto, primo cittadino socialista all’epoca della Prima Repubblica e caduto in disgrazia a causa delle inchiesta giudiziarie di oltre venti anni fa. A decidere se Gobbo dovrà essere processato o meno è il giudice veneziano Massimo Vicinanza: il Pubblico ministero lagunare Roberto Terzo, infatti, ha chiesto l’archiviazione dell’accusa, ma l’avvocato veneziano Antonio Forza, per conto di Rossetto, ha presentato opposizione, sostenendo che debba essere rinviato a giudizio, e ieri le parti hanno discusso in camera di consiglio, presentando le loro tesi, che sono opposte.
I primi fatti risalgono al 2009, quando Rossetto ha stipulato un contratto preliminare di acquisto con la società «San Raffaele srl», di cui era rappresentante legale Gobbo, per un’unità immobiliare che ancora doveva sorgere in via Padova. Il prezzo della compravendita stabilito era di 600 mila euro, il cui versamento doveva avvenire in due fasi, subito a titolo di caparra 300 mila euro, al momento del rogito gli altri 300 mila. L’immobile avrebbe dovuto essere consegnato entro il 30 settembre 2009 con la clausola che ogni giorno di ritardo avrebbe comportato una penale di 100 euro quotidiane. In cambio, Gobbo aveva consegnato un assegno di 400 mila euro a garanzia dell’adempimento, assegno che sarebbe stato messo all’incasso nel caso non fosse stato pagato il prezzo intero previsto.
La società si sarebbe in seguito trovata nella condizione di consegnare l’opera conclusa solo nell’agosto 2012, ben tre anni dopo la scadenza prevista dal contratto. Questo aveva complicato la trattativa, visto che Rossetto aveva preteso l’applicazione della penale, mentre Gobbo sosteneva che i ritardi erano dovuti a cause di forza maggiore. Così le parti erano giunte al 31 gennaio 2013, scadenza che l’accordo prevedeva che il preliminare si sarebbe risolto definitivamente in caso non si fosse arrivati a un accordo. Stando alle accuse, però, non solo Gobbo non avrebbe restituito i 300 mila euro di caparra, ma il 7 ottobre dell’anno successivo, il 2014, aveva anche messo all’incasso presso la Cassa di Risparmio di Jesolo l’assegno da 400 mila euro. Così, l’ex sindaco ha firmato la querela.
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