Ex scuola Mozzoni, scatta l’occupazione

Mestre, ingresso sbarrato e prof lasciati fuori. Mediazione fallita, la preside: «Dittatura di pochi studenti»

Ex Mozzoni occupato, studenti e preside ai ferri corti. Ieri sera, dopo una lunga mediazione con la preside, Isabella Albano, i ragazzi hanno infatti deciso di dormire a scuola: «Vogliamo dare un forte segnale». «Sono una minoranza, questa è una dittatura», la secca risposta della dirigente che nel pomeriggio per ben tre volte aveva parlato con i ragazzi invitandoli ad abbandonare l’edificio di via Rielta. Non si ferma dunque l’onda lunga delle proteste studentesche dopo la visita in città del ministro del lavoro Elsa Fornero, e l’occupazione della sala del Rettorato di Ca’ Foscari da parte del movimento studentesco. E mercoledì, al Pacinotti, si terrà un’assembla dei docenti.

L’occupazione. Ieri all’alba gli studenti sono entrati da una finestra - «tanto sono tutte rotte, non è stato difficile» - e hanno occupato l’edificio di via Rielta, l’ex scuola Mozzoni che da settembre 2011 è diventata una delle tre sede dell’istituto Guggenheim. In mattinata gli studenti ad occupare erano una settantina, su un totale di circa duecento. «Toc toc...occupiamo», il grande striscione appeso all’ingresso della scuola e poi armadi, sedie e scrivanie accatastare all’ingresso per impedire a prof e bidelli di entrare. Nel corso della mattinata, armati di pennelli e buona volontà, gli studenti si sono prodigati per sistemare e pulire spogliatoi e bagni. «La scuola cade a pezzi» dicono i ragazzi «e per questo abbiamo deciso di pitturare alcune stanze e ripulire le scritte nei bagni». Le difficoltà sono iniziate poche ore dopo.

La mediazione. Nel pomeriggio è iniziata la lunga mediazione con la preside, che ha più volte invitato i ragazzi a liberare la scuola. Dopo alcuni tentennamenti gli studenti rimasti fino a sera - una decina - hanno deciso di passare la notte nella scuola di via Rielta, sapendo di correre il rischio che la preside potesse chiamare la polizia, già informata dell’occupazione, per chiedere lo sgombero. «Hanno tradito i patti» spiega la preside Albano «perché la scorsa settimana la scuola è stata, con l’ok del collegio dei docenti, in co-gestione con laboratorio e incontri ai quali ho partecipato anch’io. Oggi nella sede dei Carmini a Venezia si è tenuta l’assemblea degli studenti, e non è stata votata l’occupazione. I ragazzi parlano di democrazia, ma questa è solo la dittatura di un gruppo di studenti. Il loro è un atto illegale, se ne assumeranno tutte le responsabilità». «La preside ci ha proposto un compromesso» spiegava ieri una ragazza barricata dentro la scuola « garantendoci la possibilità di organizzare delle assemblee, ma noi vogliamo dare un segnale più forte. Ci stiamo preparando per la notte. Vogliamo restare qui». Solo questa mattina si saprà come è andata a finire.

L’assemblea dei prof. Sempre in tema di mobilitazione della scuola domani alle 18 nell’aula magna del Pacinotti si terrà l’assemblea “Scuola in movimento” promossa dai docenti del liceo Bruno e aperta a studenti e genitori. Sono gli stessi docenti che il 23 ottobre organizzarono la correzione dei compiti all’aperto in piazzetta Pellicani.

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