Ex Scalera, parco e bonifiche per siglare il nuovo accordo

Il subcommissario detta le condizioni per il rinnovo delle concessioni edilizie Ca’ Farsetti potrebbe rinunciare alla fidejussione per agevolare l’intesa

Non è ancora detta l’ultima parola per il destino della Ex Scalera, da anni ormai abbandonata a se stessa. Nonostante il degrado stia imperando e faccia pensare che non ci siano più possibilità di rinascita, il subcommissario Michele Scognamiglio illustra le intenzioni del Comune nei confronti di Acqua Marcia. «In una settimana» spiega davanti a una pila di documenti relativi al caso Caltagirone «risponderemo alla proposta del commissario liquidatore che ci chiede di rinunciare alla causa in corso per riscuotere la fidejussione e di rinnovare le concessioni edilizie scadute per rendere più appetibile il complesso e venderlo poi all’asta. Non abbiamo molta scelta, ma possiamo dettare delle condizioni, fermo restando che la convenzione non è venuta meno e il progetto iniziale rimane». Insomma, eccetto l’area Trevisan, che Acqua Marcia chiede venga cambiata a destinazione terziaria (quindi commerciale) e su cui il Comune vuole sapere di più, tutto il restante piano dell’area dell’ex Scalera non cambierebbe, nemmeno per quanto riguarda gli edifici residenziali e per i nominativi dei potenziali assegnatari degli alloggi che, ancora oggi, godrebbero di via preferenziale.

«La prima condizione» precisa il subcommissario, presente il personale dell’Avvocatura civica e della Direzione Patrimonio e Casa «è che si ultimi il parco pubblico, eseguendo prima le necessarie bonifiche. La Regione ha dato tutte le autorizzazioni per la bonifica e si potrebbe iniziare subito». Il problema è rappresentato dalla causa in corso che, nel giro di pochi mesi, dovrebbe giungere a termine. Se il Comune riscuotesse la fidejussione - tra i 4 e i 5 milioni di euro - sarebbe però costretto a eseguire direttamente le bonifiche e ultimare gli interventi di urbanizzazione. Non avendo soldi a disposizione, l’Amministrazione si ritroverebbe con un peso economico non previsto. Dall’altro lato, Ca’ Farsetti dichiara di sentirsi comunque penalizzata a livello di immagine e colpita in un progetto in cui credeva. «Quando ci si ritrova in una situazione simile bisogna prendere la via più semplice» osserva Scognamiglio. Tradotto: Ca’ Farsetti concederà ad Acqua Marcia gli otto punti richiesti, ma farà leva sul rispetto del piano e sulla convenzione. E la fidejussione? Il problema sta qui. Il Comune potrebbe provvisoriamente ritirare la denuncia e vedere come Acqua Marcia procede. Dall’altro lato l’amministrazione non poteva non fare causa perché avrebbe corso il rischio di essere accusata di danno erariale.

Nel caso in cui l’impresa di Caltagirone risultasse ancora una volta inadempiente, avrebbe la possibilità di fare causa di nuovo. Una situazione non semplice che però sembra essere arrivata a una svolta che potrebbe riportare qualche speranza ai 35 veneziani estratti a sorte da un elenco di possibili destinatari. Attualmente Acqua Marcia è sotto il controllo di un giudice fallimentare. Il commissario liquidatore che segue il caso è il professor Claudio Ravazzin, mentre l’amministratore delegato di Acqua Marcia che ha accettato la proposta si chiama Alfredo Fortunato.

Vera Mantengoli

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