Ex patrimonio del "Re di via Piave", scatta la diffida al Comune
MESTRE. A Ca’ Farsetti è arrivata una diffida firmata dal presidente del Tribunale delle misure di prevenzione, il giudice Angelo Risi. È indirizzata al sindaco, rappresentante legale del Comune, e riguarda il patrimonio immobiliare un tempo dell’imprenditore cinese Keke Pan che l’amministrazione sta ormai gestendo da oltre un anno. Decine di appartamenti e anche alcuni negozi, per un valore che sfiora i dodici milioni di euro che la magistratura ha prima sequestrato e poi confiscato in seguito all’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina di decine di connazionali dell’imprenditore di via Piave.
Buona parte di questo patrimonio è stato affidato in gestione al Comune, che paga allo Stato complessivamente un canone di poco più di centomila euro. Stato e Comune avevano firmato una convenzione, però, che prevedeva anche un obbligo per l’amministrazione ora retta da Luigi Brugnaro, quella di svolgere la manutenzione nei condomini interessati, di cui già allora avevano necessità. Rispetto all’esteso patrimonio, il canone è modesto proprio perché prevede la clausola della manutenzione a carico del gestore. Dai giorni della firma è passato circa un anno, ma non un intervento sarebbe stato ancora compiuto, nonostante le sollecitazioni arrivate in riva del Canal Grande. Così, il presidente Risi ha deciso per un passo ufficiale: ha firmato una diffida, che ha messo in mora Ca’ Farsetti: se quello che la convenzione prevede non verrà attuato, il Tribunale è pronto ad avviare una causa civile per inadempienza contrattuale nei confronti del Comune.
C’è un altro contenzioso sull’ex patrimonio dell’imprenditore cinese che un tempo veniva considerato «il re di via Piave», grazie al fatto che risultava proprietario di numerosi negozi e condomini della strada di Mestre che si trova di fronte alla stazione ferroviaria. I creditori di Keke Pan, infatti, vogliono dallo Stato, che ora è proprietario di case e negozi, i soldi che avanzano da lui. Si tratta di una cifra considerevole, quasi due milioni e mezzo di euro per metà dei quali richiesti dalle banche che a Keke Pan avevano aperto numerosi mutui.
Basta pensare che solo Veneto Banca ha chiesto poco più di un milione di euro, Cassa di risparmio di Venezia 141 mila euro, Intesa San Paolo 150 mila, la Carige 205 mila e la Banca Cooperativa di Santo Stefano 57 mila euro. I giudici del Tribunale delle misure di prevenzione si riunirà il 3 marzo per stabilire se toccherà allo Stato sostituirsi all’imprenditore cinese e pagare i suoi debiti, viso che ora è diventato proprietario del suo patrimonio.
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