«Ex ospedale al Mare in sicurezza entro i prossimi 4-5 mesi»

La promessa dei referenti della proprietà in visita all’area Woolfe (Consiglio d’Europa): seguiremo l’evoluzione
Di Nadia De Lazzari

«Dopo gli scempi dei tagli di un centinaio di alberi secolari e degli scavi per un parcheggio auto davanti al teatro e al sagrato della chiesa che non c'è più, vigileremo e ritorneremo perché non vi siano speculazioni sul nostro Ospedale al Mare, pensato alla fine dell'800 per curare i bambini, figli degli operai, affetti da tubercolosi. L'ospedale è vincolato: dov'è la Soprintendenza?». Mentre la cultura è in festa per le "Giornata europee del Patrimonio" promosse dal Consiglio d'Europa, c'è tristezza e rabbia nei veneziani che ieri hanno partecipato alla "passeggiata patrimoniale" all'ex Ospedale al Mare. Una passeggiata, hanno detto, che è stata come «un pugno sullo stomaco». Da nosocomio pulsante di vita e pensato per l'assistenza del mondo infantile del proletariato, divenuto eccellenza d'Italia quale Centro per le sabbiature e cure con l'acqua di mare e poi ospedale con 1.400 dipendenti, a luogo abbandonato, maleodorante, infestato da insetti e popolato da bande di abusivi.

La camminata - perché così è stata, niente visita al teatro Marinoni e alla chiesa di Santa Maria Nascente - di una trentina di residenti costretti ad entrare scortati dalla forza pubblica è iniziata a Piazzale Ravà con la trafila burocratica. Non è mancato l'invito «di minimizzare il tempo all'interno del sito per la mancanza di condizioni di sicurezza». È recente, infatti, l'episodio di una quindicina di uomini che hanno allontanato a cinghiate altri uomini.

I veneziani, accompagnati dalla storica Nelli-Elena Vanzan Marchini, presidente del Centro italiano di storia sanitaria e ospedaliera del Veneto, hanno posto alcune domande ai referenti della Prelios, gestore tecnico della Cassa Depositi e Prestiti. «Entro 4/5 mesi metteremo in sicurezza il sito liberandolo anche dagli abusivi, seguiranno le verifiche per la progettualità» hanno risposto.

All'incontro era presente Luisella Pavan Woolfe, direttrice del Consiglio d'Europa, Ufficio di Venezia. «Quello odierno» ha sottolineato «è l'esempio di come i cittadini si mobilitano per cercare di preservare un patrimonio che è bene culturale e che sentono parte della propria storia e tradizione. Oggi si è sentita la volontà dei veneziani di assicurarsi che in questi spazi che facevano veramente parte della loro vita quotidiana non diventino spazi riservati ad attività di lusso e di speculazione edilizia e finanziaria. È importante che in qualsiasi nuova destinazione se ne pensi una multipla che lasci spazi anche alla cittadinanza».

«Come Consiglio d'Europa» ha concluso la direttrice «diamo ispirazione ai principi della convenzione di Faro che riconosce ai cittadini di potersi costituire interlocutori per le scelte future. Per l'Ospedale al Mare seguiremo l'evoluzione nel tempo. I partecipanti ci hanno domandato di ritrovarci tra qualche mese con Cassa Depositi e Prestiti. Abbiamo dato il nostro impegno». L'attuale proprietà ha acquistato un paio d'anni fa il bene dal Comune per una cinquantina di milioni di euro.

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