Ex Magistrato alle acque vicino il cambio al vertice
VENEZIA. Cambio al vertice al Provveditorato alle Opere pubbliche del Veneto. Per l’ex Magistrato alle Acque, “cancellato” con un tratto di penna all’indomani degli arresti dello scandalo Mose, ci potrebbe essere presto un cambio di presidente. Il ministero delle Infrastrutture ha infatti pubblicato l’ “interpello”, ovvero una sorta di bando di concorso per ricoprire il posto di presidente, che scade il 6 ottobre.
In carica è Roberto Daniele, ex dirigente del ministero, arrivato a Venezia pochi mesi prima degli arresti del Mose e passato indenne nello scandalo della grande opera. Veniva a sostituire Ciriaco D’Alessio, andato in pensione, anch’egli estraneo alle inchieste sulla corruzione che avevano invece coinvolto i due predecessori Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva. Daniele se ne va? Non è automatico, anche se l’indicazione del ministro Delrio e quella delle recenti normative anticorruzione è di ruotare i dirigenti apicali. Chi potrebbe arrivare? In pole position due alti dirigenti del ministero. Giovanni Guglielmi, già provveditore del Lazio e dell’Abruzzo, in carica al tempo del terremoto dell’Aquila e coinvolto nell’inchiesta. E Roberto Linetti, anch’egli dirigente di prima fascia del ministero e vicino alla pensione. Hanno presentato domanda anche molti giovani dirigenti di seconda fascia che potrebbero aspirare al posto di presidente del Triveneto. Decisione che non arriverà prima di un mese.
Intanto restano le incognite sul futuro di quello che fu uno dei fiori all’occhiello delle magistrature della Repubblica veneta. Un decreto del governo Renzi ne ha deciso il passaggio - per le competenze che riguardano la laguna - sotto la Città metropolitana. Schemi e ipotesi di distacco del personale dell’Ufficio salvaguardia e della Vigilanza lagunare sono già stati perfezionati. Ma ancora nulla si muove. Incognita che riguarda anche le risorse.
Il Magistrato alle Acque, oggi Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche, aveva il compito di vigilare sulla laguna. E anche sull’attività del concessionario unico dello Stato, il Consorzio Venezia Nuova. In realtà negli anni la situazione si è capovolta. Era il potente Consorzio guidato dall’onnipotente ingegnere Mazzacurati - poi arrestato e adesso negli Stati Uniti - a dettar legge negli uffici di palazzo Dieci Savi. Dove aveva addirittura trasferito un nucleo di suoi dipendenti. Tangenti e processi a parte, occorrerà in ogni caso ricostruire un ente dalla strategica funzione di controllo e indirizzo delle opere lagunari. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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