Ex Comet, speranze di riassunzione ridotte al lumicino
CHIOGGIA. Poche speranza di riassunzioni veloci per le ex dipendenti della Comet in cassa integrazione straordinaria dallo scorso settembre.
Ieri mattina le lavoratrici assieme ai sindacalisti della Cgil sono tornate in piazza per un’azione di volantinaggio durante il mercato e sono state ricevute dal vicesindaco Maurizio Salvagno che un mese fa, in un precedente incontro, si era impegnato a fare da tramite con i nuovi insediamenti commerciali di Brondolo per eventuali assunzioni.
Da mesi la Cgil chiede infatti che i curricula delle ex lavoratrici siano tenuti in considerazione dalle nuove attività che apriranno in capannoni affittati da una società di cui fa parte anche l’ex titolare della corsetteria storica di Chioggia. Il vicesindaco, pur ribadendo che il Comune non ha ovviamente poteri di interferenza nelle trattative private, si era impegnato a fare comunque un tentativo di intercessione.
Ieri nel nuovo incontro, però, l’assessore alle attività produttive, Maurizio Salvagno ha dovuto spiegare alle lavoratrici che le speranze sono ridotte. Le attività, che apriranno i battenti a breve nell’area commerciale di Brondolo (Mc Donald’s, Brico, Tigotà) hanno iniziato la ricerca del personale sei-sette mesi fa.
«Purtroppo al momento non vedo prospettive», spiega Salvagno, «io ho fatto tutti i tentativi possibili, ma quando ho contattato le aziende, appena ho ricevuto i curricula delle lavoratrici, la ricerca di personale era già conclusa. Le aziende mi hanno gentilmente detto che in caso di nuove necessità ne terranno conto, ma al momento sono al completo. Mi manca solo Tigotà. Mi rendo conto che la situazione di queste lavoratrici è drammatica, fra quattro mesi perderanno la cassa integrazione e non ci sono prospettive incoraggianti. Ho parlato anche con l’ex titolare per capire se ci sono margini per continuare a lavorare nel tessile, magari creando una cooperativa e affittando il suo capannone e i macchinari, ma con grande amarezza mi ha confermato che ha cessato l’attività perché commercialmente non è più possibile competere con il tessile che viene prodotto nei paesi extraeuropei».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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