Ex Città di Jesolo muore a 34 anni colpito da un fulmine
Il calciatore Denis Andrè Dasoul, belga, stava facendo surf all’isola di Bali. Il ricordo di Tedino: «Un ragazzo solare»
(CRUCCU) JESOLO 07/02/10 MATTEO BOEM JESOLO (NERO-AZZURRA) VS NUOVA VERONESE N¡15 DASOUL (JESOLO) (CRUCCU) JESOLO 07/02/10 MATTEO BOEM
JESOLO. Colpito da un fulmine mentre sta facendo surf: a 34 anni è morto Denis Andrè Dasoul, ex giocatore del Città di Jesolo nella stagione 2009-2010. La tragedia si è consumata sull’isola di Bali, in Indonesia. Dasoul, che dopo aver appeso le scarpette al chiodo si era trasferito in Australia, stava facendo surf al largo, quando è stato centrato da un fulmine, che non gli ha lasciato scampo.
La notizia della morte del centrocampista, di nazionalità belga, ha fatto il giro del mondo ed è rimbalzata fino al litorale jesolano, dove i suoi ex compagni di squadra lo ricordano ancora con affetto. Un sentimento condiviso da tanti tifosi di quella squadra, che ieri hanno fatto circolare la notizia sui social network. Cresciuto nello Standard Liegi e portato per la prima volta in Italia dalla famiglia Gaucci a Perugia, Dasoul (classe 1983) approdò al Città di Jesolo nella stagione 2009-2010, ingaggiato dall’allora direttore generale nerazzurro Michele Cescon.
La squadra jesolana militava in serie D e Dasoul, nonostante un infortunio, collezionò 19 presenze, con un totale di 779 minuti effettivi di gioco.
Ad allenare quel Città di Jesolo era Bruno Tedino, che oggi è il tecnico del Palermo, in serie B. «Denis era un ragazzo veramente solare, meraviglioso. Ciò che lo contraddistingueva dagli altri era che, indipendentemente se giocasse o meno, aveva lo stesso atteggiamento positivo», ricorda Tedino, «ha sempre scherzato e riso con me. Parlavamo in francese e per questo ci prendevamo un po’ in giro. Era un ragazzo di una solarità e di una cordialità molto alta. Nato, secondo me, per fare sia il calciatore a certi livelli, sia per fare l’uomo di spettacolo con il suo portamento, la sua eleganza e allegria. Se ne va un pezzettino della mia vita».
«È un ragazzo», continua Tedino, «che ho conosciuto solo un anno, ma sembra quasi che lo conoscessi da cinquanta. Questa notizia mi ha colpito in modo brutale, per il modo in cui è accaduta, ma soprattutto perché si perde un ragazzo con una grande vitalità e un atteggiamento positivo verso la vita».
Calcisticamente Dasoul era un atleta molto duttile, in grado di ricoprire sia il ruolo di difensore centrale che quello di centrocampista. A Jesolo la notizia ha lasciato un po’ tutti di sasso. Sorpreso e dispiaciuto anche l’allora presidente del Città di Jesolo, Enzo Pavanetto: «Una morte assurda. A volte dalla vita riceviamo delle notizie incredibili. Mi ricordo Dasoul come un bravo centrocampista», commenta Pavanetto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video