Ex casa della musica Italia Nostra chiede di bloccare la vendita

MIRANO. Italia Nostra contro la vendita dei gioielli di Mirano: «Sospendere le alienazioni fino al varo del Pat», chiede il gruppo dei soci miranesi. La presa di posizione arriva dopo la decisione...

MIRANO. Italia Nostra contro la vendita dei gioielli di Mirano: «Sospendere le alienazioni fino al varo del Pat», chiede il gruppo dei soci miranesi.

La presa di posizione arriva dopo la decisione del Comune di vendere alcuni immobili storici, per far cassa e dare respiro così a opere pubbliche attese da anni, come la ciclabile di Campocroce, che altrimenti rischierebbero di restare al palo. Italia Nostra non ci sta: «Il piano alienazioni evidenzia una mancanza di progettualità di governo della città», attacca l’associazione, «si rischia la speculazione immobiliare con il degrado progressivo del centro storico». Spiega Adriano Marchini, rappresentante dell’associazione: «Il “casolare” di via Perale che il Comune vuole alienare, per esempio, è noto ai vecchi miranesi come la “casa della musica”: si tratta di un edificio su due piani realizzato a fine 1800 in pieno centro storico, vicino alla ex Cassa di risparmio, che per un lungo periodo è stato la sede della banda cittadina e dove è stata insegnata la musica a generazioni di miranesi. Nonostante la sua storia, l’architettura e il contesto in cui è inserito, non solo è stata prevista la possibilità di effettuare una ristrutturazione senza vincolo, ma anche un incremento dei volumi con l’occupazione anche di parte della strada. Da un lato la giunta afferma che il piano casa ha effetti deleteri e che il Comune nulla può fare a riguardo, dall’altro però è la stessa giunta ad applicarlo alle sue proprietà, visto che al posto dell’attuale edificio di 870 metri cubi su due piani, ne potrebbe arrivare uno da 2130 metri cubi su tre piani». Ma gli esempi non sono finiti. Dito di Italia Nostra puntato anche sul giardino dell’ex scuola Petrarca, di fronte alle Poste, in piazzale Garibaldi: «Sono 850 metri quadrati per cui il piano regolatore prevede la possibilità di edificare 7500 metri cubi su tre piani», prosegue Marchini, «l’acquirente, con il piano casa, potrebbe incrementare i volumi fino a 10.500 metri cubi, alterando una parte importante del centro storico». Ecco dunque la richiesta: «Congelare il piano alienazioni in attesa del nuovo piano di assetto del territorio».

Filippo De Gaspari

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