Evasione fiscale, Mio verso l’assoluzione
PORTOGRUARO. Assoluzione per l’evasione fiscale, un anno e sei mesi per la violazione dell’articolo 2638 del codice civile che disciplina “l’ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”: queste le richieste che ha formulato ieri pomeriggio in aula il pubblico ministero della Procura di Venezia Stefano Buccini nei confronti di Francesco Mio, imprenditore di Portogruaro ed ex patron della squadra di calcio del Portosummaga, rinviato a giudizio nel febbraio del 2014. Si attendeva la sentenza per il tardo pomeriggio di ieri, invece il verdetto è stato rimandato al 13 marzo, dopo che avranno parlato anche la parte civile e la difesa dell’imputato.
Francesco Mio, difeso dall’avvocato Paolo Viezzi, è a processo per evasione fiscale e per aver aggirato le regole imposte a tutte le squadre gestite da società professionistiche dalla Federazione italiana gioco calcio (Figc). Per iscriversi al campionato in serie C1 nella stagione 2009-2010, il Portosummaga (poi passato grazie a quel campionato vittorioso in serie B) doveva dare garanzie anche da un punto di vista economico e finanziario. A vigilare su questo aspetto c’è la Covisoc, ovvero la Commissione di vigilanza sulle società di calcio, un organo ispettivo istituito nell’ambito della Figc attraverso il quale la stessa Federazione esercita il controllo economico-finanziario sulle società calcistiche. Mio avrebbe presentato agli organi federali rendiconti fasulli, altrimenti la squadra di Portogruaro non avrebbe potuto iscriversi al campionato. In particolare, avrebbe inserito in bilancio ricavi per un milione e 100 mila euro provenienti da sponsorizzazioni di tre diverse aziende: soldi che in realtà non erano mai arrivati.
Ieri in aula è stato sentito un commercialista come teste. A seguire, la requisitoria del pubblico ministero Buccini che ha chiesto per l’ex presidente del Portosummaga l’assoluzione per l’evasione fiscale, sostenendo che non c’era la finalità soggettiva di evadere le tasse. Ha chiesto invece un anno e sei mesi per l’ostacolo alla vigilanza della Covisoc: pur essendo la sponsorizzazione fasulla - i testi hanno sottolineato come un finanziamento di oltre un milione di euro a quei livelli di campionato di calcio fosse oltre ogni previsione - sarebbe servita per ottenere l’iscrizione allo stesso campionato.
La Federazione italiana gioco calcio si è a suo tempo costituita parte civile con l’avvocato Tiziana Parisi che ha chiesto un risarcimento secondo giustizia (non quantificata) per danno d’immagine. I fondi eventualmente riconosciuti saranno destinato a iniziative e progetti della stessa Figc.
Il falso in bilancio contestato a Mio è da tempo caduto in prescrizione, visto che i fatti risalgono al biennio 2009-2010.
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