Evasione e danni ambientali Stefano Gavioli a processo

Sarà celebrato a Catanzaro il 7 ottobre: l’imprenditore, titolare della Enertech, a giudizio con altri 14 imputati, tra i quali i mestrini Tonetto, Bellamio e Prandin
Di Giorgio Cecchetti
FAVARATO VENEZIA 21.03.2008.- INCONTRO PER FABBRICA SIRMA DI MARGHERA IN PREFETTURA. NELLA FOTO STEFANO GAVIOLI.- INTERPRESS
FAVARATO VENEZIA 21.03.2008.- INCONTRO PER FABBRICA SIRMA DI MARGHERA IN PREFETTURA. NELLA FOTO STEFANO GAVIOLI.- INTERPRESS

Anche per il giudice dell’udienza preliminare l’imprenditore veneziano Stefano Gavioli, i professionisti mestrini che con lui hanno collaborato, i veneti e i calabresi coinvolti nell’indagine della procura di Catanzaro vanno processati come ha chiesto la Procura. Così il processo sarà celebrato davanti al Tribunale della città calabrese il prossimo 7 ottobre. Sul banco degli imputati con Gavioli ci saranno l’avvocato mestrino Giancarlo Tonetto, il suo braccio destro Loris Zerbin, di Campolongo Maggiore, i commercialisti Paolo Bellamio ed Enrico Prandin, entrambi di Mestre, l’avvocato di Brindisi Giovanni Faggiano, stretto collaboratore dell’imprenditore anche per le vicende della Sirma di Marghera. Ma nell’inchiesta condotta dal pubblico ministero di Catanzaro, Carlo Villani, e che al centro ha la discarica di Alli, sono coinvolti anche funzionari dell'ufficio per l'emergenza ambientale calabrese, l'ex commissario Graziano Melandri e l'assessore all'ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, nella sua qualità di ex sub-commissario dell'Ufficio per l'emergenza.

Nell'udienza preliminare, ieri, si sono costituiti parte civile il ministero dell'Ambiente, i Comuni di Catanzaro e Simeri Crichi ed alcune associazioni ambientaliste. Ai quindici indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, abuso d'ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e disastro ambientale.

L'accusa ipotizza l'esistenza di un'associazione il cui promotore sarebbe stato Gavioli, proprietario della Enertech. Dalle indagini condotte dalla Finanza e dai carabinieri del Noe è emerso che la Enertech, attraverso una serie di artifici contabili, avrebbe evaso le imposte dovute all'erario. Nonostante i debiti con il fisco, l'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale, secondo l'accusa, avrebbe liquidato somme milionarie alla società. Ai vertici di Enertech viene contestato anche il reato di disastro ambientale per lo smaltimento illegale nel fiume Alli, e successivamente nel Mar Ionio, del percolato prodotto dalla discarica.

Gavioli e i professionisti a lui vicino sono finiti sotto inchiesta anche a Napoli per “Enerambiente”. Oltre all’imprenditore, sul banco degli imputati del Tribunale di Napoli ci sono la sorella Chiara di Treviso, il braccio destro Loris Zerbin, la segretaria Stefania Vio di Spinea, l'ex difensore avvocato Tonetto, i commercialisti Enrico Prandin e Paolo Bellamio, il commercialista di Stra Giorgio Zabeo, i bancari della Banca del Veneziano Alessandro Arzenton di Montegrotto, Manuela Furlan di Mira e Mario Zavagno di Pramaggiore.

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